Salvador Dalì – Viso paranoico (La cartolina trasformata in Picasso)
Olio su supporto sconosciuto – cm 62 x 80
Ubicazione sconosciuta (probabilmente distrutto)
Dipinto semplice e
al contempo complesso per il motivo che l’opera non è reperibile, ci soffermiamo
sulla ricostruzione che ha preso vita in immagini.
Il quadro è il
seguito di un’idea nata con L’uomo
invisibile, a seconda dall’angolo di osservazione o dall’attenzione che
l’osservatore presta ad alcuni particolari, si possono vedere due soggetti
differenti.
Ad un primo sguardo
siamo davanti ad un paesaggio africano, una capanna alle cui spalle emergono le
chiome di alcuni alberi e un muro che ne delimita il perimetro, oltre il muro
la fine della distesa di sabbia e l’inizio di una catena montuosa, in
profondità nubi vagamente minacciose e dal colore ambiguo (potrebbero essere
cariche di sabbia).
Davanti alla
capanna alcune persone sono seduta per terra, poco importa per quale motivo.
Se ruotiamo
l’immagine a destra di novanta gradi ciò che vediamo è tutt’altro, siamo di
fronte ad un viso la cui influenza ci porta indubbiamente a Picasso.
La capanna è parte
del volto, gli alberi sono i capelli, le figure sedute sono gli occhi, il naso
e la bocca.
Le motivazioni che
hanno portato a questo risultato (o all’idea di partenza) sono legate
probabilmente ad una visione “surrealista”, ma in fondo non è questo che ci
interessa (o che mi interessa).
Trovo più
interessante l’idea che basti spostare l’attenzione per vedere qualcosa che con
un altro punto di vista non vedremmo, ognuno di noi è attratto da un
particolare, quell’attrazione ci porterà ad un preciso traguardo, il tempo, la
conoscenza e la voglia di modificare i nostri canoni visivi ci porteranno a
“vedere” il quadro nella sua interezza.
Altrettanto
avvincente è il perché qualcuno al primo sguardo nota la capanna mentre altri
notano il viso (la prima ha più probabilità in quanto la scena panoramica è
orizzontale) siamo indirizzati dal nostro inconscio? Lo stato d’animo, il luogo
dove osserviamo l’opera, l’essere o meno soli davanti al dipinto, queste, e
altre, situazioni possono spingerci in una direzione anziché nell’altra?
Esiste una famosa figura dal doppio punto di vista; vecchia arcigna o dama elegante, a seconda di come si concentri l'occhio, e concordo con te sullo stato d'animo o sul particolare stato retinico che proprio in quel momento decide di concedere al cervello la visuale A o la visuale B.
RispondiEliminaE ho faticato spesse volte a far scorgere una faccetta sorridente, universalmente riconoscibile, sulla luna piema, del resto. Figuriamoci con disegni appositamente architettati per guidarci fuori strada.. ;)
Ciao Franco, sono molti i giochi illusori in pittura, famosa la "vanità" di Gilbert, la cosa che reputo più interessante è proprio la scelta (che fondamentalmente scelta non è) di ognuno do noi.
EliminaA volte ci lasciamo catturare dalla prima impressione, oppure, al contrario, ci immergiamo immediatamente in profondità, in entrambi i casi cogliamo un particolare ignorando l'altro.
Riguardo al sorriso della luna piena penso che sia frutto di una suggestione, in questo caso fatico tutt'ora a notare questo particolare.
Grazie, buona serata.
Oddio.. proprio suggestione non direi.. ;) https://www.magnitudine-assoluta.it/2017/10/il-sorriso-della-luna.html
Elimina😊Scusami Franco ma non riesco a vedere quel sorriso che moltissimi notano (sicuramente è un mio limite) questo rende ancora più interessante l'argomento.
EliminaSe i punti di vista restano distanti non andiamo molto lontani ma se si confrontano...
Grazie mille😉
Io trovo molto particolare la tua scelta del quadro di Dalì. Un'opera forse andata perduta.
RispondiEliminaL'uomo invisibile poi è straordinario. Tra i suoi più belli e surrealisti.
Comunque è troppo divertente notare cose che forse non sono neanche volute dall'artista. Per esempio, io tra le nuvole in lontananza ci vedo anche un mezzo viso. Una punta di naso con un sorriso accennato dallo stampo maschile.
Interessante il tutto. Grazie Romualdo e buona Domenica.
Ciao Pia, non avevo notato il volto tra le nuvole, è impressionante e inquietante.
EliminaNon so se Dalì era a "conoscenza" di quest'ultimo particolare o se si tratta di pareidolia, di forme inesistenti ma allo stesso tempo reali per chi guarda.
Dipinti come questo si rinnovano ad ogni sguardo, all'infinito.
Grazie a te questo quadro da vita ad un'altra narrazione, quel volto cambia lltotalmente la scena.
Buona domenica.
Vero. Sembra anche a me quasi minaccioso. Abbraccio. 😉
EliminaSembra indeciso, osservandolo a più riprese ho l'impressione che cambi espressione, quasi che attenda lo sviluppo degli eventi per agire, come è quando non lo sapremo mai... o forse si.
EliminaUn abbraccio a te.
Un ottimo esercizio che dall'arte dovrebbe passare alla vita in genere. Cercare di vedere le cose da più punti di vista
RispondiEliminaCiao Alberto, verissimo, soffermarsi sui particolari del dipinto equivale a fermarsi a riflettere prima di giungere a conclusioni affrettate riguardo alle persone, vicine o lontane.
EliminaDobbiamo imparare a guardare da angolazioni differenti, non solo impedisce di dare giudizi errati ma spesso ci convince a non darne affatto.
Grazie, buona domenica.