Autore: Michel Basquiat
(New York, 1960 – New York, 1988)
Titolo
dell’opera: Profit I, 1982
Tecnica: Acrilico e
colore a spruzzo su tela
Dimensioni:
220 cm x 400 cm
Ubicazione attuale: Collezione privata
La figura che
domina la scena occupa la metà destra del dipinto ma fondamentalmente si prende
tutto il quadro, l’entità si mostra nel pieno della sua forza, si erge su tutto
nella sua maestosità e trasmette un potente senso di rabbia, una furiosa
esplosione di “grandezza”, di superiorità.
Ma alcuni dettagli
ci indicano la strada da percorrere, il vestito rosso, l’aureola e il fatto che
quest’ultima si presenti come una corona di spine ci indirizza verso una
lettura “mistica”, il sacro ma soprattutto il sacrificio.
Il sacrificio del
popolo afroamericano che subisce la prepotenza dei bianchi d’America, questione
primaria nel pensiero artistico e sociale di Basquiat.
La presenza
imponente è circondata da innumerevoli segni, numeri, lettere, date, quadranti
di orologi e forme più o meno distinte, calcoli ed equazioni che possono
riportarci alle origini dove dal caos nasce l’universo o, al contrario,
l’universo esanime che si accinge a tornare al caos primordiale.
Il dipinto è stato
realizzato durante un suo soggiorno in Italia, esattamente a Modena, e non
possiamo escludere che la pittura italiana, in particolare quella
rinascimentale, abbia influito anche solo minimamente, alla concezione del
dipinto, è sempre difficile entrare in profondità nelle opere di Basquiat, la
sua breve parabola artistica, l’effimera durata della vita stessa e le
contraddizioni del pensiero fanno del “graffitista” newyorkese un grande
enigma.
Basquiat è un artista molto particolare che, se non ricordo male, non voleva essere catalogato in una corrente. Voleva essere lui e solo lui, esprimere i suoi pensieri senza ostacoli. Una forte personalità che non può essere spiegata con semplicità. Ed invece mi hai stupito leggendo questa tua dediica semplice e chiara.
RispondiEliminaGrazie Romualdo, ti abbraccio.
Ciao Pia, hai ragione, Basquiat non amava le etichette, cercava la propria strada, qualcosa che potesse permettergli di "dire la sua".
EliminaLa parabola artistica è durata troppo poco per poter fare un resoconto anche solo parziale.
In questi pochi anni ha cercato di raccontare le sue paure, le sue inquietudini, dietro la maschera dell'uomo forte si nascondeva un ragazzo che si è sobbarcato l'onere di fare da "megafono" evidenziando gli innumerevoli problemi della sua gente (come la definiva lui) probabilmente l'incarico che si era affidato era troppo grande, come è andata a finire lo sappiamo.
Ti ringrazio per le bellissime parole, rendere un personaggio complesso come Basquiat in modo semplice e chiaro era il mio obbiettivo, sono felicissimo di esserci riuscito.
Un grande abbraccio, buona serata.
Bello, esprime una tale forza
RispondiEliminaVero Alberto, è proprio un'incredibile energia che si sprigiona dal quadro, la forza interiore esplode somergendo lo spettatore.
EliminaBuona serata.