E’ passato qualche giorno dalla scomparsa di Franco Battiato, le manifestazioni d’affetto dei moltissimi affezionati non sono mancate, cosi come non sono mancati (peraltro concentrati nell’arco temporale di ventiquattro ore) i “ricordi” dei media, tra servizi raffazzonati dove si è buttato nel “pentolone” un po’ di tutto senza alcun filo logico e le solite banalità legate ai brani più celebri.
Senza trascurare l’appellativo di “Maestro” apparso un po’
ovunque, termine usato e abusato tanto da perdere il vero significato, oggi
chiunque può ergersi a maestro, per essere riconosciuto tale basta essere
famoso o ricco, qualche servo che ti venera lo trovi sicuramente.
Non sono certo un esperto “battiatologo” ma ho, da
moltissimi anni, iniziato una ricerca nella profondità spirituale e filosofica
del pensiero dell’artista catanese.
Partendo dal lontano 1979 quando Battiato auspicava il
ritorno de “l’era del cinghiale bianco” ho proseguito quella strada facendo
tesoro di un altro pensiero fondamentale “il mio maestro mi insegno quant’è
difficile trovare l’alba dentro all’imbrunire”.
Le due “indicazioni” sopracitate sono il fine ultimo e il
codice decriptato per raggiungerlo.
I testi e le musiche di Battiato (coadiuvato da grandi poeti
, filosofi e musicisti, su tutti Pio e Sgalambro) sono la mappa che conduce al
tesoro, Battiato non ci diceva dove potevamo trovarlo, ci faceva partecipi
della sua ricerca.
Con il grimaldello contenuto in “Prospettiva Nevski” ho
cercato di percorrere un sentiero di cui non conoscevo, e non conosco, la meta
ma che mi ha aperto la mente verso “cose” che non conoscevo.
Ora che Franco non c’è più, fisicamente, la mappa delle sue
opere è completa (o incompiuta, in ogni caso non avrà altre indicazioni) non ci
resta che riavvolgere il nastro e iniziare il suo percorso musicale e non solo
e farlo nostro, questo ci obbligherà ad ascoltare molti suoi brani con
“orecchio” diverso, ci renderemo conto che la musicalità di certe melodie, la
poetica di certi testi, hanno nascosto il vero obbiettivo.
Se approcciamo due brani che, dal mio punto di vista, non
sono stati il punto più alto ma hanno “colpito” il cuore e l’immaginazione di
moltissima gente, mi riferisco a “Centro di gravità permanente” vero
spartiacque nella carriera di Battiato che da allora è diventato la celebrità
che oggi ricordiamo, e “La cura” che ha fatto innamorare tutti i suoi
estimatori e anche chi lo conosceva in modo marginale, ma che temo sia stata,
più o meno inconsciamente, travisata.
L’universo musicale, poetico, filosofico e spirituale ingloba
moltissimi brani, alcuni più “accessibili” (in considerazione del mero aspetto
legato alla melodia) altri più ostici, o perlomeno complessi, potremmo
enunciarne diversi, ognuno di noi ha la propria lista, ma rischieremmo di
dimenticarne qualcuno, ognuno di essi un viaggio verso l’ignoto, una “visione”
altra della vita.
Ad esclusione di tutti quelli che lo conoscevano
personalmente, non penso sia corretto dire che ci mancherà, perché non se ne è
andato, i grandi artisti sono immortali in quanto hanno reso immortale il loro
messaggio, se poi questo messaggio è solo un punto di partenza allora Battiato
continuerà ad accompagnarci nella ricerca di noi stessi.
(nell’immagine il ritratto di Battiato ad opera di Sandra
Bartoloni)
Per essere un inesperto “battiatologo” ne sia davvero tante! ;-)
RispondiEliminaProprio tu mi hai fatto conoscere Battiato e da allora non ho mia smesso di ascoltarlo. Ora con la venuta di Spotify ho accesso anche alle sue canzoni meno conosciute. Certo che alcune sono davvero difficili ma non meno affascinanti! Al mio orecchio ignorante composizioni prive di melodia ma sicuramente colme di contenuti, anche se a volte ostici pure loro!
Hai ragione, non mancherà perché la sua musica è rimasta con noi!
Ciao Romualdo, grazie!
Ciao Sara, in effetti ti ho "subissato" di brani di Battiato, e sempre un piacere constatare che hai apprezzato.
EliminaBattiato è complesso, sia nelle canzoni più conosciute che, a maggior ragione, in quelle meno note, i suoi primi album legati alla sperimentazione con la musica elettronica sono spesso indigesti (lui stesso in un'intervista ha definito quelle opere "musica fastidiosa", ma dalla seconda metà degli anni settanta ha iniziato un percorso (che probabilmente ha avuto inizio prima ma che io non riesco a capire) che si è snodato per quarant'anni fino a "Torneremo ancora", altro brano travisato.
Oltre ai già citati esordi penso che i periodi fondamentali di Battiato siano, il primo dal 1979 (L'era del cinghiale bianco) al 1988 (L'album Fisiognomica con la favolosa "E ti vengo a cercare") dove il successo di pubblico "La voce del padrone") ne fa un'icona assoluta.
Il secondo periodo va dal 1991 al 1998, album meno orecchiabili ma dall'intensità elevatissima (da "Come un cammello in una grondaia" a Gommalacca con "Shock in my Town", poco prima L'imboscata con "Strani giorni" e la popolarissima "La cura").
Il resto è un ritorno alla sperimentazione filosofica più che musicale, dove è difficile riuscire a comprendere il messaggio se non si hanno, e io non ne ho, la basi per poterlo decodificare.
Grazie a te per l'approfondimento, un abbraccio, a presto.
Ecco qualcosa che possiamo imparare: spesso sembra che nel "raccontare cose" vogliamo mostrare d'aver scoperto un tesoro, mentre sarebbe meglio renderci conto che possiamo al massimo rendere partecipi gli altri della nostra ricerca.
RispondiEliminaChe è un po' lo spirito del tuo blog, no? Mi sa che tu hai fatto tesoro di quel messaggio... O forse è un modo d'essere che ti apparteneva già e in questo hai trovato affinità con lui. :-)
Bella la riflessione di completezza ed incompiutezza allo stesso tempo! E che gli spunti, suoi e di chiunque altro, rimangono e continuano a tener vivo lo spirito di chi non c'è più fisicamente. Forse lasciare spunti è l'unico modo che abbiamo per diventare in qualche modo immortali, chissà, comunque meglio non scoprirlo troppo presto (visto che di modo per scoprirlo con certezza ce n'è uno solo)...
Un saluto!
Quanto hai ragione Anna, a volte pensiamo di "possedere" la verità ma abbiamo (nel migliore dei casi) solo conoscenze parziali, condividere il nostro punto di vista è il modo migliore per avere la possibilità di apprendere il sapere altrui.
EliminaIl mio blog, come sostieni giustamente tu, è nato per permettermi di "dare" lo spunto che da vita alla discussione (anche interiore) questo mio modo di pensare e agire si è sviluppato nel tempo, in età giovanile pensavo di avere quella conoscenza assoluta tipica dei giovani, il tempo mi ha fatto capire che ogni giorno si ricomincia da capo, Battiato ha sicuramente influito in questa mia evoluzione.
L'immortalità del pensiero è legata all'altezza dello stesso, non ho pretese di immortalità e soprattutto (di nuovo hai perfettamente ragione) non ho fretta di scoprirlo, mi godo il piacere della scoperta quotidiana.
Sai regalare sempre spunti di riflessione interessantissimi e di questo ti ringrazio.
Contraccambio il saluto, felice serata.
È così raro trovare qualcuno con la tua apertura che è bello approfittarne e lasciar andare pensieri e fantasia e aggiungere spunti! 😉
EliminaGrazie per il bellissimo complimento, non posso che contraccambiare.
EliminaCiao Carissima, a presto.