sabato 29 maggio 2021

L'obbiettività dello sguardo, il punto di vista culturale

In un’intervista la fotografa Lady Tarin, tra le altre cose, ha messo sul piatto una teoria che ho trovato particolarmente interessante, riguarda la differenza degli “occhi” maschili e femminili riguardo alla rappresentazione dei due generi.

Lady Tarin è da anni una delle fotografe più affermate del panorama mondiale, nota per i suoi nudi femminili che vanno nella direzione opposta rispetto alla concezione di “nudo” in fotografia.

L’artista di origini romagnole si è soffermata su un punto fondamentale, secondo lei, i fotografi sanno “raccontare” meglio il proprio “genere” in quanto ne sono coinvolti appieno.

Cogliere l’essenza di un nudo femminile è basilare, al contrario si rischia di trasformare il soggetto in oggetto, la visione femminile di chi sta dietro la macchina fotografica è infinitamente più affine al soggetto stesso, al contrario, davanti allo stesso soggetto il fotografo maschio racconterà una “visione” personale che non può, se non minimamente, coincidere con quella della “modella”.

La stessa Tarin infatti racconta quanto sia importante la visione maschile in un ritratto maschile, un nudo maschile è rappresentato con più profondità da un fotografo dello stesso sesso, una donna, per brava che sia non sarà mai in grado di entrare in sintonia con l’anima del modello.

Naturalmente sono sfumature che possono essere confutate in ogni momento, si può essere o meno d’accordo o anche solo esserlo parzialmente ma ciò che veramente conta è lo spunto di riflessione.

A fare la differenza può essere la percezione di chi osserva, maschio o femmina, coinvolti emotivamente o dallo sguardo più “freddo”, dove lo stato d’animo prende il sopravvento o, al contrario, il tutto viene visto con distacco per una “forma” culturale che innegabilmente a tutt’oggi vede il “nudo” con sospetto.

4 commenti:

  1. difficile interpretazione, trovo anche difficile scattare la perfezione sia nel nudo maschile che femminile. Forse la sensibilità viene in aiuto all'artista quando più è vicina al soggetto da ritrarre,
    Un gran bel post anche e molto difficile da commentare. Come sempre grazie per tutto quello che ci insegni

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    1. Ciao Nella, Lady Tarin probabilmente sente di poter dare il meglio di sé ritraendo le donne, dopotutto riusciamo a "trasmettere" con maggiore intensità ciò che sentiamo più vicino, la fotografa riminese ottiene il meglio da uno scatto quando il soggetto è fondamentalmente sé stessa.
      Ti ringrazio ma non ho certo la pretesa di insegnare alcunché, mi limito a condividere punti di vista e offrire spunti di riflessione.
      Buona giornata.

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  2. Discorso interessante anche se, spingendolo ancora più avanti dovremmo pensare che anche il sesso di chi guarda è determinate per cogliere ciò che ci viene presentato. Foto di nudi fatto dagli uomini per gli uomini e dalle donne per le donne. Il ché non mi sembra propriamente esatto. Quindi, per me, in parte vero, ma in parte no.
    ...che equilibrista

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    1. Ciao Alberto, nell'arte l'equilibrismo è la norma, impossibile schierarsi da una parte o dall'altra.
      Lady Tarin ha espresso il suo punto di vista, il tuo è altrettanto interessante.
      L'idea di base della fotografa parte dal presupposto che una donna sa come e cosa estrapolare da un'altra donna riuscendo cosi a trasmettere sulla pellicola l'essenza stessa della modella, nel caso dello spettatore tutto potrebbe ribaltarsi, ma anche in questo caso dipende dall'osservatore in quanto persona "unica", non ci sono posizioni nette è condivisibile qualsiasi angolo interpretativo, l'equilibrismo alla massima potenza.
      Grazie, buona serata.

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