Autore: Clyfford Still
(Grandin, 1904 – New Windsor, 1980)
Particolarmente
complesso questo dipinto è tra i primi esempi di espressionismo astratto, un
ideale collegamento tra le idee surrealiste legate alla “pittura automatica” e
la corrente artistica americana che segna un passo fondamentale per l’arte
contemporanea.
Tipico dello stile
di Still questo quadro presenta una quasi totale superficie dal colore nero
applicato con la spatola e ripreso con la lama di un coltello, lo sfondo
monocromatico è attraversato da “lampi” orizzontali e verticali rossi, gialli, bianchi
e in fondo a destra una fusione cromatica tra i verde e il blu.
Il pittore
statunitense libera l’opera da ogni riferimento “reale” riconoscibile, questo
gesto serve per allontanarsi sempre più dalla contaminazione dell’arte europea
cercando cosi una nuova strada, una nuova espressione artistica puramente
americana.
Il dipinto dunque
come rappresentazione di se stesso (questo però ci dimostra quanto sia
impossibile staccarsi completamente dalle influenze esterne in quanto la
definizione “il quadro non rappresenta il soggetto espresso ma è la
rappresentazione di sé stesso” è dell’artista europeo Kandinskij) o più
precisamente è l’emblema del gesto pittorico che va oltre ciò che vediamo.
La complessità
nella lettura delle opere di Still è amplificata dalla difficoltà di
comprendere le stesso pittore, Still ha sempre cercato nuove vie scegliendo il
disprezzo verso il mondo artistico newyorkese evitando di esserne contaminato.
Come già
sottolineato in precedenza non possiamo chiudere le porte alle “esperienze” altrui
che provengono da altre parti del mondo e da periodi storici passati, per
questo motivo, pur mostrandoci una concezione innovativa, Still si erge a filo
conduttore tra l’esperienza visionaria dell’arte europea del primo novecento e
l’idea altrettanto utopistica della nascente generazione artistica americana.
Nulla nasce dal nulla, la contaminazione è il motore delle idee. Quello che vediamo, leggiamo, sentiamo è quello che ci stimola, che si scelga di assimilarlo o di opporci è quello su cui ci basiamo. E a volte i collegamenti d'idee lavorano in modo inconscio, così è facile che si creda d'aver intrapreso un certo percorso mentre guardandoci da lontano si può notare che delle deviazioni le abbiamo prese.
RispondiEliminaCiao Romualdo! 🙂
Ciao Anna, hai perfettamente ragione, per quanto possiamo "impegnarci" è impossibile impermeabilizzarci dalle contaminazioni di ciò che ci circonda, d'altro canto l'esperienza che accumuliamo con il trascorrere del tempo altro non è che "influenza esterna", l'artista, rispetto agli altri, sa convogliare tali esperienze in qualcos'altro di unico.
EliminaE' sempre un piacere leggerti, buona giornata.