Il web, i numerosi social, siti più o meno specializzati, blog e tutto quello che la “rete” ci offre, hanno permesso a chiunque l’accesso ad una mole infinita di informazioni.
La cosa naturalmente è positiva, abbiamo l’opportunità di essere informati con la possibilità di confrontare le varie opinioni e costruire cosi un nostro pensiero critico.
Ma nel
mare di nozioni, parole e immagini, in cui siamo immersi, non tutto ha il
crisma della verità, sono molte le informazioni errate se non addirittura inventate
di sana pianta.
Nel
mondo dell’informazione artistica, ci imbattiamo quotidianamente in notizie che
portano il lettore completamente fuori strada, tra queste le più gettonate sono
le attribuzioni, inventate, di dipinti più o meno interessanti (non è questo il
punto) ad artisti famosissimi.
Opere
di dubbia qualità attribuite a Van Gogh, altre di qualità maggiore assegnate a
Klimt, Schiele o Gauguin, non parlo di copie falsificate, in quel caso solo
degli esperti (e nemmeno loro spesso riescono nell’intento) riescono a
smascherare la truffa, ma semplicemente di dipinti di uno sconosciuto pittore
attribuiti all’artista più famoso.
Uno dei
casi più eclatanti è sicuramente “Aphrodite” di Bouguerau che naturalmente di
Bouguerau non è, il problema è che non si tratta nemmeno di un dipinto ma di
un’elaborazione digitale realizzata nel 2006 da Askar (Alexander T. Scaramanga) intitolata appunto “Aphrodite 010”.
L’errore
è dietro l’angolo ed è facilissimo caderci, per questo motivo dobbiamo prestare
attenzione, evitare di accontentarci della prima informazione che ci viene
offerta dal motore di ricerca, è fondamentale cercare affidandoci a siti
specializzati, i vari musei e gallerie offrono informazioni precise e
attendibili.
Oltre
alle pagine web non vanno trascurati i testi scritti, nonostante l’errore sia sempre
possibile ci sono molti luoghi dove possiamo trovare informazioni veritiere.
C’è un
ulteriore problema da affrontare davanti a queste “falsificazioni”, spesso chi pubblica, ma
succede anche a chi semplicemente condivide (più o meno consco dell’errore)
rifiuta categoricamente l’idea che quello che propone sia falso, capita che a chiunque,
davanti ad una notizia falsa, cerchi di correggere il tiro, venga chiesta una
prova di ciò che afferma, negando l’idea che a provare la veridicità sia
compito di chi rende pubbliche certe informazioni.
Eh già, aumentando le possibilità aumentano i rischi!
RispondiEliminaE il mare di informazioni in più che abbiamo facilita la distrazione e la fretta: invece che la voglia di approfondire una notizia ci viene troppo spesso la voglia di scoprire quelle successive. Che caos abbiamo in testa!
Davvero pessimi poi quelli che "scaricano il barile" e/o non hanno la minima voglia di togliersi le fette di salame dagli occhi... se scoprissero quanto è meglio mangiarsele che mettersele sugli occhi! Hahahahaha... 😋😜😂
Grande Anna, riguardo alle fette di salame sono meglio come cibo che come paraocchi, certo la marea di informazioni rischia di stordirci, per questo motivo penso che un po' di impegno nella ricerca e nell'approfondimento sia necessario, l'alternativa è quella di accettare qualunque cosa con la conseguenza di cadere nelle mani dei molti manipolatori mediatici che ci circondano.
EliminaGrazie, buon pomeriggio.