sabato 23 novembre 2019

Responsabilità condivise.


L’arte contemporanea si rivolge veramente ad una ristretta cerchia elitaria come sostengono in molti?

E’ vero che molti critici si legano agli artisti più “sponsorizzati” dai media al punto che le cifre di molte opere raggiungono livelli esagerati per quello che è il valore artistico delle stesse opere, ma siamo sicuri che la maggioranza degli appassionati, esclusa da certi “indirizzamenti” del mercato, sia esente da responsabilità?

Gli artisti, i galleristi coadiuvati da alcuni critici ammorbiditi fanno fronte comune per indirizzare il mercato stesso, i collezionisti, spesso si tratta di neo-ricchi che comprano qualsiasi cosa a qualsiasi prezzo, rincorrono l’utopia elitaria alterando i canoni artistici.

Sono però convinto che il pubblico cosiddetto “comune” abbia delle responsabilità, infatti ci troviamo di fronte (ci sono ovviamente delle eccezioni) a due gruppi distinti: quelli che vedono capolavori a prescindere e che accettano qualsiasi cosa gli si mostri e quelli che rifiutano qualsiasi cosa che faccia parte dell’arte contemporanea.

Manca (o è carente) la via di mezzo, sono infatti pochi quelli che si fermano a riflettere davanti ad una novità, invece di analizzare e poi tentare di dare un giudizio equilibrato, la maggioranza vede o nero o bianco e questo permette alle “corporazioni”, artisti-galleristi-critici, di fare e disfare a proprio piacimento e beneficio.




Nell’immagine: George Grosz, Eclissi di Sole, 1926, olio su tela, 207 x 182,5 cm. The Heckscher Museum of Art, Huntington

8 commenti:

  1. Caro Romualdo, ti auguro un buon fine settimana.
    Tomaso

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  2. Ehhhh Romualdo qui c'è da discutere e tanto.
    Ma mi limito nel dire che la percezione di ciò che avviene nel campo artistico è molto falsato da ciò che osserviamo. Magari appare in un modo ed invece è l'esatto opposto. Non riesco a dare una precisa opinione sai? Però è interessante constatare quel che scrivi. Io spero non sia così. È spero che vadano avanti i più meritevoli, nuovi o vecchi che siano e soprattutto spero nella crescita artistica e nella obiettività critica. Ciao carissimo.

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    1. Ciao Pia, la meritocrazia non è sicuramente di moda, nel mercato dell'arte come in qualsiasi altro ambito.
      Più "alti" sono gli interessi più il merito passa in secondo piano, non voglio assolutamente essere io quello che dice cosa sia arte e cosa no, decisione che in fondo non può prendere nessuno, ma sembra che tutto ruoti attorno ai soliti noti e quando sono sempre gli stessi i protagonisti qualche dubbio rimane.
      Il pubblico che usufruisce dell'arte al di la dell'aspetto pecuniario dovrebbe sempre porsi delle domande, sia che si trovi davanti a ciò che reputa bello, sia che di fronte abbia qualcosa di "brutto", l'approfondimento costa un poco di fatica ma aiuta a orientarsi con più facilità nell'infinito mondo dell'arte.
      Grazie del pensiero, buona serata.

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  3. Molta gente comune parla di arte come se parlasse di calcio. A molti appassionati basta visitare un museo, per sentirsi degli esperti. Questo è sicuramente un limite. Dietro un'opera d'arte di qualità ci sono idee e studi. Bisognerebbe avere più coraggio nel dire esattamente ciò che si pensa. Ho conosciuto di persona pittori e artisti (Renato Bartesaghi Tino Stefanoni) e conosco artisti osannati dal contemporaneo che neppure potrebbero paragonarsi ai due citati tra virgolette, proprio per l'impegno che mettevano nel portare avanti il loro ideale estetico e artistico.

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    1. Ciao Ferruccio, hai perfettamente ragione, basta un film e tutti si sentono i depositari del sapere artistico di questo o quel pittore (o scultore, musicista ecc.).
      E' complicato dare giudizi, anche approssimativi, su opere d'arte, per poterle comprendere meglio (del tutto è impossibile) dobbiamo studiarne le "forme", i concetti, il contesto, il motivo della realizzazione, conoscere l'autrice o l'autore, e anche allora potrebbe non bastare.
      La tua frase interessante "parla di arte come se parlasse di calcio" è la realtà, il fatto è che fra tutti quelli che parlano di calcio i competenti sono una piccolissima parte, il problema non è parlare di arte (parlandone possiamo imparare, se sappiamo anche ascoltare) ma voler dare dei giudizi definitivi e inappellabili, troppa gente non va oltre il "bello" e il "brutto" senza il minimo desiderio di capirne di più.
      I due artisti che hai nominato, Stefanoni e Bartesaghi (quest'ultimo scomparso, se non sbaglio, recentemente) ammetto di non conoscerli se non di nome, l'occasione di approfondire le loro opere e le loro vite artistiche.
      Grazie per l'intervento, buona serata.

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    2. *Entrambi sono scomparsi da poco
      Più che gente che non va oltre il bello o il brutto trovo che sia gente che giudica il bello e il brutto su suggerimenti esterni (i classici pecoroni, insomma)
      Grazie a te Romualdo

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    3. Vero, Bartesaghi quest'anno, Stefanoni due anni fa, grazie per la precisazione.
      Pensare con la testa di altri è un problema sempre più presente.

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