sabato 28 maggio 2022

Sembianze divine, terrene presenze

Diego Velázquez – Venere Rokeby o Venere allo specchio, 1650.  Olio su tela - cm 122,5 x 175

The National Gallery, Londra


Senza dubbio uno dei nudi più sensuali, più eleganti e più enigmatici della storia dell’arte, sicuramente uno dei più azzardati, infatti è l’unico superstite dei tre dipinti di questo genere realizzati da Diego Velázquez, al tempo era particolarmente rischioso raffigurare un corpo senza veli, meglio non farsi nemici all’interno della Chiesa Cattolica spagnola che non li vedeva di buon occhio.

Sono moltissimi i particolari che rendono questo dipinto un capolavoro assoluto, opera che ha avuto anche un “aiuto” mediatico dal vandalo di turno, che se da un lato ha rischiato di comprometterlo definitivamente dall’altro ne ha aumentato la fama (ne parlerò più avanti).

Naturalmente le sinuose curve della Venere balzano all’occhio, la protagonista è sicuramente lei, da sottolineare il contrasto tra l’incarnato della donna e il grigio del lenzuolo che l’accoglie, Velázquez crea un “conflitto” cromatico perfetto, anche se da studi approfonditi sembra che il telo sia stato all’origine di un viola scuro, scolorito nel tempo.

Venere è sdraiata sul letto e si guarda allo specchio, quest’ultimo  è sorretto dal figlio Cupido, ma in fondo sono supposizioni in quanto mancano i simboli che caratterizzano i personaggi.

Della Dea non si scorgono alcuni degli oggetti che l’accompagnano nelle infinite realizzazioni artistiche, conchiglie e delfini, le rose, il mirto, nulla ci dice che si tratti di Venere, il titolo (idea dell’autore?) ci da questa indicazione ma non c’è altro.

Lo stesso Cupido non porta la faretra e l’arco con cui scocca le frecce “dell’amore”, ha le ali, è un fanciullo, potrebbe essere chiunque, anche qui lo storytelling ha il sopravvento, molto più probabilmente è l’escamotage del pittore per superare la censura “ecclesiastica”.

Lo specchio, che cattura l’attenzione solo in seguito, è si l’emblema ormai consueto della cosiddetta “vanitas”, ci ricorda quanto sia effimera la vita e ancor più breve la bellezza fisica, la prestanza della gioventù, ma se stiamo parlando di una dea questo non dovrebbe avere alcuna valenza.

La donna ammira il proprio riflesso? L’angolatura ci dice di no, il volto, sfocato, indistinguibile, che fa pensare ad una donna precisa volutamente inserita nel dipinto dal committente ( Gaspar de Guzmán, Conte di Olivares, primo ministro di Ferdinando IV e uno dei politici più potenti del tempo)  è visibile solo dalla posizione dell’osservatore, Venere dunque guarda nello specchio per vedere la reazione di noi spettatori, è più verosimile che chi ha commissionato il quadro volesse vedere negli occhi la donna ritratta di schiena.

Il nome Rokeby, che appare nel titolo (il che conferma che non è stato l’autore a dargli un nome) è dovuto al fatto che il quadro facesse parte della collezione Morritt a Rokeby Park in Inghilterra. 

Torno brevemente all’atto vandalico a cui ho accennato poco fa, nel 1914 una suffragetta, tale Mary Richardson, “accoltellò” ripetutamente la tela per protesta conto il governo, colpevole di aver arrestato una delle leader del movimento. Il dipinto, seppur gravemente danneggiato, è tornato al suo originale splendore grazie ad una laboriosa opera di restauro. Questo fatto naturalmente fece molto scalpore e rese quest’opera, non che ne avesse bisogno, ancora più celebre.



 

12 commenti:

  1. Da Velàzquez a Fontana in men che non si dica.. ;)

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    1. Interessante Franco, sai che non avevo pensato a questo accostamento? In effetti la "suffragetta" ha anticipato i tempi, quantomeno Fontana ha "tagliato" le tele con un intento che andava oltre la distruzione di un'opera (e lo ha fatto con studiata perizia 😉)

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  2. Bellissimo e ammirato dal vivo diversi anni fa. Non sapevo dell'atto di vandalismo o almeno non ricordo che la guida avesse accennato alla cosa. E mi spiace che ad oltraggiare il dipinto sia stata una donna. Detesto gli estremismi e detesto che si possa danneggiare la bellezza. Buon sabato!

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    1. Ciao Mariella, penso che la visione dal vivo ci permetta di entrare nell'anima dell'opera, purtroppo non possiamo "incontrare" di persona tutti i capolavori sparsi nel mondo, quando succede è l'apoteosi.
      Maschio o femmina non fa differenza, spesso si cerca di raggiungere il proprio scopo a danno di qualcuno o qualcosa d'altro, far valere le proprie opinioni senza danneggiare nessuno è per pochi, grandi donne e uomini.
      Grazie, buona giornata.
      PS. ho da tempo impostato la moderazione nei commenti per bloccare l'enorme spazzatura che circola sul web, non è bello ma necessario.

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  3. Davvero bellissimo, ma non aveva certo bisogno del mio giudizio.
    Trovo davvero interessante l'espediente dello specchio che permette di vedere anche il viso e non solo il corpo.

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    1. Ciao Alberto, ogni giudizio è lecito e interessante, lo "stratagemma" dello specchio è spesso utilizzato dai virtuosi della pittura, con risultati diversi ed eccezionali.
      Il volto della protagonista è sfocato ma non possiamo escludere che per qualcuno fosse riconoscibile, per questo reputo quest'opera tutt'altro che lineare e "limpida".
      Grazie, buona serata.

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    2. Si, quello che voglio dire è che con lo specchio introduce una personificazione del corpo (molto bel corpo). Che viene colto solo da chi conosce la donna, probabilmente, ma comunque porta una nota personale: Non è più solo una bella donna, ma diventa una persona.

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    3. Lo specchio, e di conseguenza il riflesso del viso, personalizzano l'ideale femminile, se ci limitassimo alla descrizione del corpo avremmo una rappresentazione di un canone di bellezza, l'aggiunta del volto ribalta il concetto, come dici tu, non si tratta di una donna qualsiasi ma di una persona tutt'altro che idealizzata.

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  4. Ho conosciuto un nuovo capolavoro grazie a te. Nel senso che anche se visto non avevo mai posto la mia attenzione su di esso. Mancano i colori tipici di Velasquez se non erro.
    Ho visto dal vivo, a Toledo, alcuni suoi lavori. Molto bravo e particolareggiato nei ritratti.
    Come sempre gli atti stupidi li vediamo ovunque. Mi dispiace abbia subito un tale danno. Mamma mia.
    Grazie Romualdo, buona serata!

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    1. Ciao Pia, ci soffermiamo a riflettere su quello che vediamo oggi ma spesso ci dimentichiamo che le opere di secoli fa, in questo caso più di 350 anni, potevano apparire (escluderei anche il "potevano") diverse, sia cromaticamente che concettualmente.
      Quando si pensa che l'arte contemporanea sia difficile da comprendere al contrario di quella antica, si cade nell'errore di soffermarsi sull'aspetto esteriore, ci sono artisti che sono incomprensibili nonostante le opere siano apparentemente semplici da decifrare.
      Questo quadro, di una bellezza assoluta, va al di là dell'aspetto esteriore, se ci soffermiamo sulla rappresentazione del corpo femminile tutto ci sembra ovvio, ma se conosciamo, anche solo marginalmente, l'arte di Velázquez ci rendiamo conto che di ovvio non c'è nulla.
      Gli atti vandalici sono da sempre l'unico modo di agire degli stupidi, si cerca il gesto eclatante, non essendo in grado di costruire alcunché, nemmeno un pensiero, si va nella direzione opposta distruggendo ciò che qualcuno, con altre capacità, ha saputo creare.
      Grazie a te, buona giornata.

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    2. È di queste ore la notizia dello psicopatico di turno che ha lanciato una torta contro la "Monna Lisa" al Louvre, come vedi il livello culturale rimane molto basso, le capacità intellettive sono merce rara, lo erano un tempo, lo sono oggi.

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    3. Sì, ho saputo. Sono follie senza senso che non hanno nulla a che fare con l'arte. Meglio usare il termine giusto, semplice "provocazione". Che definirei bambinesca e stupida, che supera l'ignoranza. Ciao Romualdo.

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