domenica 21 febbraio 2021

Il ritorno dell'inquisizione, l'abisso della censura.

15 mesi fa questo dipinto di Delvaux, che accompagnava un post dedicato a Peggy Guggenheim, ha causato il blocco del mio blog su Facebook con la motivazione: “Questo post viola i nostri standard su contenuti sessualmente espliciti”.

Inutili le segnalazioni di quello che è un errore madornale (o incompetenza, ignoranza, chiamatela come volete) non che questo mi abbia tolto il sonno ma mette in luce un problema più ampio e più grave: il ritorno di una censura inquisitoria che pensavamo scomparsa.

Nel 2021 con tutti gli accessi ad ogni tipo di immagini e testi, il ritorno al potere dei “bacchettoni” di facciata, dei benpensanti, del “politicamente corretto” ci sta trascinando in un abisso senza fondo.

L’assenza di idee, la mancanza di senso critico e autocritica spinge la sempre crescente massa di automi, instradati dalla povertà del linguaggio e fautori dell’insulto come forma espressiva massima, verso la censura di qualsiasi cosa abbia un senso.

Propongo questo dipinto (realizzato nel 1937, questo ci mostra quanto siamo caduti in basso) come le disposizioni del social e come la mente malata di molta gente vorrebbe vedere.

Se questo è il futuro …


4 commenti:

  1. Viviamo in tempi molto cupi con la promessa di tempi perfino peggiori in futuro: un potenziale medioevo prossimo venturo. Quando anni fa si cercava di avvertire la gente, questa non capiva perchè non ne era toccata. Oggi molti hanno capito perchè la situazione si è aggravata tanto da arrivare a toccare anche loro. Spero che quando se ne renderanno conto tutti, non sia ormai tardi per metterci rimedio (o perchè siano necessari anni per farlo).

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    1. Buongiorno Alex, la regressione culturale, la contrapposizione del nulla alla conoscenza e ad una naturale evoluzione del pensiero sta diventando il nuovo dogma.
      Da almeno due decenni si nota un ritorno al passato più oscuro (come dice giustamente lei un medio evo, o qualcosa di peggio)
      La mancanza di conoscenza della storia porta a nostalgie nefaste, la mancanza di una "visione futura" porta all'oscurantismo della ragione.
      Grazie per aver condiviso il suo interessante pensiero, buona giornata.

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  2. Credo sia una questione di ignoranza becera più che bacchettoni e politicallicorrect. E anche la mentalità molto statunitense(ma non solo) "è mio e ne faccio quel che voglio".
    Censurare un'opera d'arte è stupidità assoluta, ma da feisbuc non mi meraviglia nemmeno più di tanto, purtroppo

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    1. Ciao Alberto, hai ragione e una mentalità molto U.S.A.
      Il social in questione è solo la punta di un iceberg ben più grande che sta emergendo dal "fango" della stupidità, la censura è sempre stata un metodo di controllo sulle masse che oggi sembrano, senza capire il perché, assecondarla.
      Grazie, buona serata.

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