sabato 20 febbraio 2021

L'effimero dell'arte, Jean-Michel Basquiat

Autore:   Jean-Michel Basquiat

(New York, 1960 – new York, 1988) 

Titolo dell’opera: Pegasus, 1987

Tecnica: Matita, acrilico e pastello a olio su carta trasportati su tela 

Dimensioni: 223,5 cm x 228,5 cm 

Ubicazione attuale:  Collezione privata



“Il disegno più bello di sempre”, con queste parole la gallerista Annina Nosei traccia un percorso visivo e intellettuale in quello che potremmo definire il risultato finale dell’arte di Basquiat.

Se ci avviciniamo alle discusse opere del pittore newyorkese non possiamo ignorare quanto queste siano lo specchio della società americana, e non solo, a cavallo tra gli anni settanta e ottanta.

Il consumismo sfrenato, l’utilizzo e lo scarto, tutto in un brevissimo arco di tempo, sono identificabili nella pittura e nella vita di Jean-Michel, l’effimero che svanisce in un attimo.

Ma l’opera che prendo in questione ha già smaltito l’ascesa e si accinge a varcare le soglie del “dopo”, inteso come un luogo dove non vi è alcuna certezza.

Pegasus è un’infinita serie di parole, disegni, concetti e storie, concetti fondamentali o privi di ogni senso logico? Più probabilmente fondamentali proprio perché apparentemente prive di logica.

Difficile cercare di approfondire questo disegno senza considerare il breve ma intenso lavoro che l’artista di Soho ha fatto precedentemente, ma dobbiamo anche volgere lo sguardo in avanti: l’anno dopo la realizzazione di Pegasus realizza due tele “Eroica I” ed “Eroica II” che chiudono la carriera di Basquiat, la morte per overdose ne chiude la vita stessa.

Eroica, un termine che appare ripetutamente in Pegasus, rimanda alla sinfonia n.3 di Beethoven, forse un cerchio che si chiude là dove sembrava quasi impossibile.

Davanti alle tele “Eroica I e II” Basquiat si fa fotografare con le parole “Man dies” (l’uomo muore) erano già evidenti i segni lasciati sul volto dall’uso di droga, Jean-Michel vuole farci comprendere uno stato d’animo senza più scelta.

Ma se Eroica viene dopo Pegasus non esclude che il viaggio a ritroso nel tempo ci racconti le stesse sensazioni, la parola “Eroica” appare in quest’ultima opera, il viaggio finale è dunque già iniziato.

2 commenti:

  1. che potenza in un solo disegno (forse) anche sconclusionato.
    I percorsi dell'Arte sono proprio imprevedibili

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    1. Ciao Alberto, dici bene, potenza, è un'opera complessa, la confusione, più o meno "organizzata", travolge l'osservatore e stravolge ogni concetto artistico fino ad allora sconosciuto.
      L'arte si apre a infite strade, vale sempre la pena provare a percorrere.
      Grazie, buona serata.

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