Autore: Josef Albers
(Bottrop, 1888 – New
haven, 1976)
Titolo
dell’opera: Tributo al quadrato, 1964
Tecnica: Olio su tavola
Dimensioni:
76 cm x 76 cm
Ubicazione attuale: Tate Gallery, Londra
Tributo al
quadrato, il titolo ci da la possibilità di “scegliere” liberamente l’interpretazione,
possiamo pensare ad un tributo elevato al quadrato o, seguendo ciò che ci dice
l’immagine, il tributo è alla figura geometrica.
Albers realizza
questo dipinto inserendolo in una serie di quattro opere che ripetono esattamente
lo steso schema.
Quattro quadrati
gialli si sovrappongono, la struttura non è “centrata” e questo da l’illusione
di movimento, i quadrati fluttuano senza un preciso obbiettivo, sono lasciati
liberi di muoversi, anche se delimitati dal bordo del quadro.
Dunque siamo
davanti ad un’illusione ottica, infatti quest’opera può essere inserita o
collegata al movimento artistico della Op Art, anche se la tecnica di stesura
del colore e la concezione del soggetto ne fa un’opera di scuola astrattista.
La percezione del
colore, più che del movimento, è l’imprinting, l’aspetto principale, della
pittura dell’artista tedesco, una costante che lo accompagnerà in tutte le
evoluzioni artistiche della vita.
Nei primi anni
venti del novecento studia al Bauhaus e in seguito, fino al 1933, presta il
proprio servizio come insegnate per poi trasferirsi negli Stati Uniti.
Dipinta all’età di
settantotto anni quest’opera, e le altre della serie, sono una summa dell’idea
artistica di Albers, il riassunto di una profonda ricerca nel profondo dell’anima
dei colori.
Credo sia il precursore dell'arte informale. L'optical art a cui aderisce fa di lui un grande maestro. Ma è difficile spiegarlo in poche parole, anche se tu ci sei riuscito benissimo.
RispondiEliminaTi abbraccio Romualdo, grazie delle cose interessanti che proponi. Ciao.
Ciao Pia, ti ringrazio ma il mio è solo uno spunto da cui partire, la sua teoria dell'astrattismo sfocia in queste opere, ma è il percorso artistico di questo pittore che va osservato e approfondito.
EliminaTanti universi che emergono da uno spazio creativo apparentemente delimitato, la bellezza di andare oltre i confini.
Un abbraccio a te, buona giornata.
Sono stata alla Tate Gallery diversi anni fa. Non ricordo né l'autore né il quadro. A differenza di mia sorella Pia, sono una piccola ignorante in materia artistica.
RispondiEliminaGrazie per averne parlato e grazie per essere passato da me.
Alla prossima.
Mariella
Ciao Mariella, penso che sia difficile ricordare tutte le opere esposte in un museo, a maggior ragione se si tratta di grandi musei.
EliminaNon penso sia questione di ignoranza, ognuno di noi ha delle priorità, ci si concentra maggiormente su un obbiettivo, d'altro canto non possiamo conoscere tutto, che gusto ci sarebbe senza la sorpresa di una nuova scoperta?
Grazie a te per aver lasciato il tuo pensiero, il piacere nel visitare il tuo blog è mio.
Buona giornata, a presto.
Ciao, considero Albers un grande artista, ho conosciuto la sua arte durante una visita al Guggenheim di Venezia dove ho ammirato una sua opera in bianco e nero, dopo ho approfondito la conoscenza.
RispondiEliminaCiao fulvio
Ciao Fulvio, Albers è presente con più opere alla "Guggenheim" di Venezia e mi sembra che sia esposto anche un "Omaggio al Quadrato" del 1970 dove le sfumature di giallo sono sostituite dal rosso e dall'arancione mantenendo lo stesso schema e richiamando il concetto finale della sua carriera.
EliminaL'opera che hai citato (non ricordo di averla vista quando ho visitato la collezione veneziana, l'esiguo spazio della galleria impone la rotazione di molte delle opere esposte) è ancor più vicina all'arte "optical", un artista dalle molteplici sfumature.
Grazie per il tuo contributo, buona giornata.