Autore: Arman
(Armand Fernandez)
(Nizza, 1928 – New York, 2005)
Titolo
dell’opera: Chopin’s Waterloo - 1961
Tecnica: Pezzi di
pianoforte su pannello di legno
Dimensioni:
186 cm x 302 cm x 48
Ubicazione attuale: Musèe National d’Art Modern-Centre Georges
Pompidou, Parigi
Chopin’s Waterloo
fa parte della serie “Collere”, opere che nascono dalla distruzione delle cose,
dalla destrutturazione degli oggetti, in particolare strumenti musicali.
Violini,
violoncelli, trombe e pianoforti vengono ridotti a macerie, fracassati fino a
renderli inutilizzabili, una reazione istintiva alla “moda” discutibile di
molte famiglie che spingono, obbligano, i propri figli a diventare (contro la
loro volontà) dei piccoli Chopin.
Waterloo è
naturalmente un simbolo di disfatta che ci riporta a Napoleone e alla sua
definitiva eclissi, la disfatta di Chopin è la sintesi del titolo che
sottolinea il bisogno di liberarsi dalle imposizioni che ci vengono dall’alto,
siano esse espresse dal mondo del lavoro, dalla famiglia o dalle istituzioni
(laiche o religiose).
In questo lavoro di
Arman vediamo ad un primo sguardo la
fine del pianoforte, la distruzione della musica che l’oggetto produce, ma se
facciamo attenzione quello che vediamo è una minuziosa esposizione del
pianoforte nella sua vulnerabile intimità, possiamo dunque intravedere una
possibile rinascita, ognuno di noi può cosi ricostruirne l’essenza partendo da
una base concettuale personale e di conseguenza libera da imposizioni altrui.
I pezzi sparsi del pianoforte
sono il simbolo di un passato la cui memoria affiora dai resti dello strumento,
un presente rappresentato dalla libertà di scelta personale ed un futuro che si
apre ad innumerevoli opportunità.
Caro Romualdo, vengo con piacere a farti visita, qui trovo cose molto interessanti!!!
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:)
Tomaso
Ciao Tomaso, il piacere è mio, la tua visita è sempre graditissima e sono felice dei tuoi apprezzamenti.
RispondiEliminaUn abbraccio e un buon weekend a te.