Autore: Max Ernst
(Bruhl, 1891 – Paris,
1976)
Titolo
dell’opera: Forest (Forest and dove), 1927
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
100 cm x 81,5 cm
Ubicazione attuale: Tate Gallery, London
Un paesaggio
naturale opprimente, una foresta soffocante dove sembra che non vi possa essere
alcun segno di vita, al centro in basso troviamo un piccolo uccello (più probabilmente la rappresentazione stilizzata e infantile di una colomba) rinchiuso
in una gabbia, a questo punto ci si chiede se l’uccellino è privato della
propria libertà o se la gabbia lo metta al riparo dalla foresta minacciosa.
Ernst introduce una
tecnica, utilizzata spesso in seguito da altri artisti, chiamata frottage, che consiste nel disegnare su
un foglio di carta appoggiato su superfici irregolari cosi che l’artista perda
il totale controllo sull’opera.
Il risultato, in
questo dipinto, è una cupa proiezione della natura che non è più fautrice di
vita ma si trasforma in pericolo per la vita stessa.
La tecnica usata da
Ernst, che lascia molto spazio alla casualità, sommata al pensiero allucinato dell'immagine, rende perfettamente l’idea del
“viaggio” intrapreso dal movimento
surrealista.
La realtà lascia il
posto al subconscio, ciò che ne deriva è una visione tutt’altro che bucolica
dove emergono temi e problematiche di un periodo in grande fermento artistico, ricerca di un'utopica modernità che deve fare i conti con il periodo storico che vede la società stretta tra
la morsa delle due guerre mondiali.
pittura alquanto problematica mio caro.Tutto è rinchiuso in qualcosa di claustrofobico che come primo impatto ti lascia perplesso.
RispondiEliminaPoi cerchi di approfondire l'opera e l'atmosfera diventa ancor più cupa in questa natura sicuramente matrigna compreso l'uccellino per me rinchiuso nella sua piccola gabbia. Un mezzo per salvarlo? Può anche essere visto il periodo dove l'opera è stata creata.
Comunque ancora grazie per farci conoscere un'infinità di cose.
Abbraccio serale
Ciao Nella, le tue letture sono sempre interessanti, il senso di inquietudine è forte e non c'è nulla che lasci spazio a una via di fuga, la direzione dell'opera sembra una sola.
RispondiEliminaSono io che ringrazio te per il prezioso contributo che dai nell'approfondimento del dipinto.
Un abbraccio, a presto.