“Sono stato in stretto contatto con artisti e con giocatori di scacchi e sono arrivato alla conclusione personale che mentre non tutti gli artisti sono giocatori, tutti i giocatori di scacchi sono artisti”. (M. Duchamp)
“La bellezza degli scacchi è più vicina a quella della poesia; i pezzi sono l’alfabeto stampato che dà una forma ai pensieri, e questi pensieri, pur formando un disegno visivo sulla scacchiera, esprimono una loro bellezza astrattamente, come una poesia”. (M. Duchamp)
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Marcel Duchamp – Ritratto di giocatori di scacchi, 1911 – cm 108 x 101 - Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris |
Marcel Duchamp ha sempre considerato
il gioco degli scacchi, o perlomeno il senso dello stesso, una forma d’arte che
fonde la profondità della poesia, della pittura e della scultura.
Gli scacchi come metafora dell’arte
nella sua narrazione, i giocatori muovono i pezzi dando vita ad un “quadro”,
sia dal punto di vista visivo sia da quello delle idee.
L'artista francese anticipa l’importanza del
gesto del “dipingere”, che diverrà celebre qualche decennio più tardi,
esaltando il “movimento” del pezzo sulla scacchiera, al punto da
renderlo emozione, sensazione quasi fisica: ”piacere sensuale dell’esecuzione ideografica dell’immagine sulla
scacchiera”.
A confermare tutto ciò c’è la
dichiarazione dello stesso Duchamp che sottolinea come un pittore, se non è
soddisfatto del suo dipinto, può cancellarlo e ricominciare da capo, cosi come
un giocatore di scacchi può cancellare quello che si è fatto.
Il dipinto in alto rappresenta le due
anime del pittore normanno, Ritratto di
giocatori di scacchi è la sintesi del pensiero artistico del giovane
Duchamp (allora vicino al cubismo prima di abbandonare il movimento e la
pittura stessa per manifesta “ipocrisia”)
Qualche tempo fa ho parlato (qui)
proprio della celebre immagine che vede Ducham davanti alla scacchiera pronto
ad accettare la sfida di Eve Babiz in occasione dell’inaugurazione di una sua
personale.
Se il “gioco” degli scacchi non è
arte a prescindere, lo è nel momento in cui sulla scacchiera si “disegna” l’idea,
d’altro canto se avviciniamo qualsiasi cosa al nome di Duchamp non può che
essere cosi, l’idea rende uno scacchista un artista, non sempre un pittore lo
è.
Grazie per questo bel post che mi ha fatto capire di più gli scacchi.Olga
RispondiEliminaCiao Olga, spesso non ci soffermiamo a "guardare" quegli aspetti, non visivi, che caratterizzano moltissime delle cose che ci circondano quotidianamente, possiamo scoprire infiniti tesori di cui ignoravamo l'esistenza.
EliminaGrazie a te, buona domenica.