Un commento ad un video su Youtube, che parlava della difficoltà di vendere un’opera ad un prezzo equo (che non pubblico perché non ne ho l’autorizzazione) apre ad una questione delicata, spesso sottovalutata, che ho riscontrato parlando con chi l’arte la crea.
Immagine dal web |
È emerso il fastidio che un pittore,
un fotografo, uno scultore, provano davanti a certe affermazioni o richieste.
L’esempio, estrapolato da quel
commento è: “"Carino, questo quadro,
me lo regali? Tanto tu li fai ...", che fa capire quanto certe persone non
abbiano la minima idea della fatica, del lavoro, dello sforzo che sta dietro ad
un'opera, e la considerino una cosa da poco, perfino quando si tratta di un
dipinto riuscito particolarmente bene.”
A nessuno verrebbe in mente di rivolgere
queste richieste in un qualsiasi altro luogo dove venga venduta qualsiasi cosa, chi
andrebbe da un sarto chiedendo in regalo un vestito giustificandosi con “tanto
tu li fai”? eppure ad un pittore o ad un fotografo, meno ad uno scultore,
questo succede più spesso di quanto possiamo immaginarci.
Proviamo un attimo a pensare a quanto
sia offensivo chiedere ad un artista che una sua creazione venga “regalata”,
sarà l’artista stesso a decidere se omaggiarci della sua creatura, in caso contrario
dobbiamo limitarci a chiederne il prezzo e valutare se per noi vale l’esborso o
meno, chiedere di regalarlo equivale a sminuirne il valore, sia dell’opera che
di chi la creata.
Per assurdo si chiede in omaggio un
dipinto e non un vestito, entrambi hanno dei costi fissi, materiali, ore di
lavoro nel realizzarli, aggiunti ad anni di studio e sacrifici per raggiungere
quelle competenze che permettono questi risultati, ma le opere d’arte hanno un “qualcosa”
in più, nei dipinti o nelle fotografie c’è parte dell’anima di chi li realizza
(cosa comunque che vale anche per un sarto) perché dunque un pittore dovrebbe
regalare (se non per sua scelta) una sua creazione che porta con sé il costo
della tela, dei colori, l’utilizzo della cosa più preziosa, il tempo, i
sacrifici di anni di studio, di frustrazioni, di fogli strappati, anni dove si
sono spesi soldi e tempo per corsi di varia natura, opere che contengono parte del
proprio creatore.
Con il titolo del post, L’arte è “negoziabile”?, cerco di capire
quanto la gente veramente comprenda il valore dell’arte, un valore che troppo
spesso viene attribuito a parole ma che nei fatti …
Perdona ma trovo davvero un'iperbole questo esempio che porti, e se autentico, attribuibile solo a persone fuori dal mondo e da evidenti limitate capacità sensibili e razionali. Sarebbe una richiesta idiota già fuori da un contesto di mostre e vendita, ma da come la esponi, sembra proprio che possa esistere qualcuno che, nel bel mezzo di un'esposizione mirata palesemente alla vendita di opere d'arte, si permetta di chiederne una in regalo. Diciamo che persone simili non dovrebbero neanche frequentare luoghi dove appena si respira arte, ma limitarsi ai mercati rionali, chiedendo al massimo, al fruttarolo di turno, uno sconto sui broccoli romani. ;)
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