Immagina
di incontrare te stesso, chi vedi?
Quanto
lontano viaggeresti per ritrovare te stessa?
Vorresti
poter cancellare il peggior giorno della tua vita?
La
minaccia dall’esterno è più grande di quella dall’interno?
Se
viaggi nel futuro puoi sfuggire al tuo passato?
Chi
decide chi ha il diritto di stare al mondo?
Chi
sei tu se non riesci a ricordare chi sei?
Questi
sono gli incipit di altrettanti episodi di Solos (Assoli nella versione italiana) serie TV uscita nel 2021 e passata un po' in sordina.
Una
serie TV che ha avuto prevalentemente recensioni negative, dove la critica maggiore fa
riferimento alla noia e alla mancanza di azione.
Sette
episodi, dalla durata che va da 20 a meno di 30 minuti, dove si cerca di dare
una risposta alle domande che danno il via alle storie. Come tutte le “narrazioni”
filosofiche incentrate sulle domande cardine della vita, qui vengono mostrate alcune delle infinite interpretazioni, la risposta definitiva,
naturalmente, non è possibile da raggiungere.
Ogni
episodio ha come titolo il nome del protagonista, tutti sono ambientati in un
unico luogo, una stanza, il personaggio principale (l’unico per la verità, in
quanto si tratta di monologhi, salvo alcune particolarità) si interfaccia con
un’entità di cui si sente solamente la voce, ad eccezione appunto di qualche
sporadica comparsa.
Ad
unire gli episodi è l’aspetto più o meno fantascientifico, otto attori di
grande livello (uno per ognuno dei primi sei episodi, mentre nel settimo si
confrontano in due, unica eccezione.
Anthony
Mackie è Tom, alla ricerca di contrastare l’ineluttabile, l’epilogo naturale
della vita, la morte.
Helen
Mirren è Peg, una settantenne che inizia un lungo viaggio alla ricerca della felicità, dove i rimpianti potrebbero
essere obliati.
Costance
Wu è Jenny, un tentativo disperato di cancellare i punti più bui della memoria.
Uzo
Abuda è Sasha, il timore di ciò che sta al di fuori della nostra zona di conforto
ci spinge verso qualcosa di più temibile?
Anne
Hathaway è Leah, muoversi nello spazio e nel tempo per “aggiustare” la propria esistenza,
ma qual è il costo da pagare?
Nicole
Beharie è Nera, il diritto alla maternità e la responsabilità nel dare la vita
e fronteggiarne le conseguenze.
Dan
Stevens è Otto, Morgan Freeman è Stuart (il titolo è il nome di quest’ultimo)
un confronto dove al centro si ergono i ricordi, perduti, rubati, custoditi e
desiderati.
Come
ho già sottolineato la serie non ha ricevuto molte lodi, anzi sono state le
critiche ad avere il sopravvento, ed è proprio questo fattore che mi ha dato
quella speranza di vedere finalmente qualcosa di buono.
Certo,
non c’è azione, non ci sono morti ammazzati, niente sangue che scorre a fiumi o
effetti speciali mozzafiato, c’è una storia dove l’aspetto filosofico della
vita è al centro e vi è la recitazione, in questi frangenti gli attori sono messi
alla prova, chi con ottimi risultati, chi con meno forza, sono riusciti nell’impresa
di superare l’ostacolo.
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