domenica 5 gennaio 2025

L'arte è "negoziabile"?

Libero dal giogo asfissiante del lavoro, in queste ultime settimane ho potuto dedicarmi alla “ricerca” di sfumature disseminate nel mondo della mia passione, l’arte.


Hans Hartung – Rayonnement, 1962 – Olio su tela cm 65 x 177 – Musei Vaticani, Città del Vaticano


Ho incontrato alcuni addetti ai lavori, insegnanti, galleristi e, naturalmente, artisti, discorrendo con loro ho cercato di sviluppare un tema che ultimamente mi incuriosisce, l’opera d’arte e il mercato.

Lo spunto è nato seguendo un’intervista di una pittrice che sosteneva la differenza tra il dipinto da vendere e quello artistico, sottolineando che se dipingeva seguendo una precisa narrazione, un fine puramente artistico, senza pensare ad un eventuale vendita, la percentuale di probabilità che l’opera potesse essere venduta è estremamente bassa.

Al contrario se alla base del dipinto c’è la ricerca di un soggetto commerciabile le probabilità di vendita si impennano.

Questo mi ha portato immediatamente ad una prima conclusone, se è arte non si vende, se segue dettami ornamentali e/o legati alla moda del momento le possibilità di guadagno sono molto più alte.

Ho proposto questa mia teoria alle persone che ho incontrato e in linea di massima l’hanno confermata, qualcuno a denti stretti (l’hanno fatto capire anche se non lo hanno detto apertamente) altri senza mezzi termini hanno ribadito il concetto che ho proposto.

Spesso confondiamo il bel paesaggio, la bella natura morta, con l’arte nel suo concetto spirituale, questo è spesso dovuto all’ancoraggio della gente verso il secolo antecedente il 900, ritratti, scene di genere, tramonti, marine, sono soggetti che vengono considerati artistici, altre forme meno “reali” fanno storcere il naso.

Dobbiamo però evitare di considerare il mercato una cosa unica, compatta, c’è mercato e mercato.

Spesso il famigerato “mercato dell’arte” ci porta ad una dimensione precisa, quella delle aste a cifre astronomiche, delle provocazione fatte a suon di milioni, ma quello è solo uno il lato elitario, quello che mediaticamente solletica la fantasia e l’indignazione della gente. In ombra rispetto ai casi più eclatanti c’è un mercato minore (a livello economico, inteso come prezzo della singola opera) che vede impegnati migliaia di artisti e di collezionisti, a questo va aggiunto il mercato dove l’acquisto non è più spinto dall’investimento o dal piacere di possedere l’opera d’arte, l’unico scopo è quello di acquistare un dipinto che si “abbini” al colore delle preti o ai mobili, insomma un mercato decorativo.

Siccome il mondo non è solo quello che ci propinano i media non possiamo non pensare ai dipinti, alle sculture, alle fotografia, che entrano nelle nostre case, nelle abitazioni di chi non ha molto denaro da investire nell’arte, la domanda, come direbbe qualcuno, sorge spontanea: La gente comune non è interessata all’arte, preferendo la bellezza decorativa, o l’arte, nel suo essere “oltre” il tempo presente, non può essere apprezzata ed “utilizzata” per scopi ornamentali?

2 commenti:

  1. Mi sembra si possa scindere la questione: per quanto riguarda il mercato, penso a mia nipote che dipinge e lavora come decoratrice d'interni con privati ma anche cinema e teatro, e ovviamente è contatatta da chi apprezza le sue opere ma spesso deve sottostare a tante richieste del datore di lavoro, del dispensatore di emolumenti, che proprio per questo vuole metterci bocca. E questo un punto. L'altro che introduci come questione finale non può avere risposta univoca, io mi considero tra la "gente comune" ad esempio, ma cerco di coniugare l'arte che mi emoziona al contesto di casa, quando voglio effettuare un acquisto; decorare un ambiente non esclude che lo si possa fare con gusto e che l'opera prescelta si declassi automaticamente, anzi, in tanti casi, il contorno può maggiormente esaltarla, ovvio le variabili sono infinite e la soggettività la farà sempre da padrona, eliminando assiomi definitivi e integralisti.
    Buon Anno di scoperte e bellezze da esaltare!

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    Risposte
    1. Ciao franco, grazie per la tua risposta, ad essere sincero non saprei darne una. Probabilmente la verità sta nel mezzo.
      Anch'io se devo acquistare un dipinto da appendere in salotto non trascuro l'aspetto puramente visivo, adoro la "Madonna della Seggiola" o la "Deposizione" di Van der Weyden ma non le appenderei mai in casa mia. Come vedi pur non sapendo come rispondere ... ho dato una risposta😉
      Buon 2025 a te, con l'augurio di condividere e discutere eventuali scoperte e interpretazioni differenti.

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