sabato 27 agosto 2022

Oltre la tecnica, dentro l'idea

 

Gianpiero Riccobello – Golgota, Getsas, Gesù e Disma

Legno, vernice, corda e chiodi

Continuo il mio peregrinare tra le pagine "virtuali" dedicate a chi vuole mostrare i propri lavori di carattere artistico.

Tra le centinaia di opere, per lo più si tratta di dipinti, spuntano autentiche dimostrazioni di talento, ritratti, paesaggi, nature morte, realizzati in maniera impeccabile (per quanto si possa comprendere da una riproduzione fotografica).

Ciò che è veramente difficile da trovare è l’idea, l’espressione di un sentire intimo che va al di là del “bello visibile”.

Scorrendo le decine di opere pubblicate giornalmente mi ha colpito questo lavoro,  un manufatto dal concetto originale, un’opera che emerge dalle banalità che ci sommergono, mi ha colpito perché riesce a trasmettere una sensazione claustrofobica, angosciante, un senso di violenta oppressione, più psicologica che fisica , un “disegno” ineluttabile che si compie malgrado tutto.

Tecnicamente ci sono opere di maggior spessore, ma il risultato si raggiunge quando si riesce a trasmettere un messaggio andando oltre l’apparenza, oltre la bellezza estetica. 

Il retro di un telaio in legno, della vernice scura, spago e tre chiodi usati e piegati, tutto assemblato senza una logica apparente ma evidentemente seguendo un disegno preciso.

Il titolo non da adito a fraintendimenti, siamo idealmente proiettati in una dimensione mistica senza però riuscire ad emergere dall’oppressiva visione della realtà, imprigionati dalla fitta rete e bloccati dal freddo metallo dei chiodi.

Il portale non sembra avere pertugi che ci permettono di sperare in una imminente apertura, ci dice che non siamo pronti, che la strada è ancora lunga, possiamo oltrepassarlo solo se lasciamo la nostra forma corporea e se il nostro essere spirituale si è liberato dalle catene del pensiero “materiale".


4 commenti:

  1. Mi sembra carino anche esteticamente. Un pochino inquietante, ma carino.

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    1. Ciao Alberto, riguardo all'aspetto puramente estetico, non sono sulla tua lunghezza d'onda, non riesco a trovarlo "piacevole" proprio per il suo essere claustrofobico.
      Naturalmente il concetto di bellezza (estetica) è soggettivo, ampio, ha sfumature multiple e di conseguenza ognuno di noi vede in modo diverso, se invece prendiamo in considerazione un ipotetico messaggio (non necessariamente deve essercene uno)allora la bellezza si può palesare come pensiero, l'intangibilità di una "visione" che va oltre quello che abbiamo di fronte.
      "Un pochino inquietante, ma carino", anche il tuo punto di vista, in fondo, va oltre.
      Grazie, buona domenica.

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  2. Prima di aver letto che si tratta del retro di un telaio ho pensato ad una finestra murata resa ancor più chiusa dallo spago e dai chiodi. Poi ho cercato di interpretare quella che tu hai chiamato "della vernice scura" e a me da' l'idea dell'ombra riflessa.
    Certo è tutto un po' cupo, non c'è via d'uscita... l'unica è riuscire a trovare il lato spirituale, cosa che tu hai fatto e che anch'io sto cercando di fare.
    Ciao Romualdo

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    1. Il lato mistico, spirituale, è emerso grazie al titolo, i simboli di conseguenza appaiono più chiari, la parte "scura" potrebbe essere il monte stesso, i chiodi e la corda ci riporta (mi riporta) alla crocefissione, Oltre a Gesù, sempre nel titolo, ci sono i nomi di Getsas (o Gesta o ancora Gesma) e Disma (che vengono citati in alcuni vangeli apocrifi, in quelli canonici sono semplicemente i "due ladroni".
      Naturalmente senza le indicazioni del titolo l'interpretazione avrebbe preso tutt'altra strada.
      Grazie Giampiera, buona giornata.

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