sabato 5 dicembre 2020

Il ritratto moderno, Philippe Parreno, Douglas Gordon

Spaziando tra le opere di Philippe Parreno e la mia attenzione ci concentra su un ritratto che esula da ciò che noi intendiamo come ritratto nell’arte.

Parreno, artista francese che sviluppa la propria idea artistica svariando dal disegno alle performance, da gigantesche installazioni a realizzazioni video, con Douglas Gordon, acclamato vidoartist , realizzano un’opera che non è totalmente originale (una cosa simile venne fatta nel 1970 dal regista tedesco Hellmuth Costard con finalità diverse) ma che è unica in quanto opera d’arte.

Il film, dal titolo “Zidane, un ritratto del 21˚secolo”, ci mostra l’eroe moderno per eccellenza, il calciatore in azione durante un incontro di calcio.

Siamo nell’aprile del 2006, lo stadio Santiago Bernabeu di Madrid vede in campo la squadra di casa, il Real Madrid e il Villareal, l’obbiettivo dei due artisti è la stella madridista  Zinedine Zidane.

7 telecamere ad alta definizione seguono per l’intera durata dell’incontro il giocatore francese, si svaria tra primi piani del viso, delle gambe, delle scarpe, ad inquadrature più o meno particolareggiate, la panoramica dell’azione quando Zidane è in possesso della palla alle smorfie di dolore, agli sguardi concentrati fino alle gocce di sudore che ne imperlano la fronte.

Perché questo film è diverso da quello che 36 anni prima realizza Costard?

Allora l’idea del regista tedesco era quella di seguire per novanta minuti il calciatore del Mancester United George Best, la differenza sta nel fatto che Costard realizza il video con un’intenzione puramente giornalistica, voleva (per quel tempo si tratta di qualcosa di rivoluzionario) raccontare le gesta tecniche del fuoriclasse inglese.

Parreno e Douglas hanno un obbittivo diverso, ne fanno a tutti gli efetti un’opera d’arte, un ritratto, in un’epoca entrata nell’era del “grande fratello” i due vogliono andare oltre la raffigurazione statica del calciatore (tipica del ritratto) ma vanno ulteriormente al di là anche da mero aspetto tecnico, cercano un insieme unendo l’atleta, l’uomo e l’eroe moderno.

Il video è stato proiettato in molti musei in tutto il mondo, un esempio la Tate Modern nel 2018,consacrandolo come creazione artistica scollegata dall’arte cinematografica (particolare che pare insignificante ma che fa la differenza, non tanto in materia di merito ma come definizione artistica).

Il risultato, al di là dei gusti personali, è interessante, il confine su cui è poggiato vede da una parte la semplice (con gli occhi di oggi) telecamera personalizzata, cosa per altro comune nel 2020, dall’altra un’opera creativa che possiamo definire d’arte per due concetti precisi, naturalmente il ritratto, seppur visto con lo sguardo della contemporaneità e l’opera d’arte in quanto decisa dall’artista.

Quest’ultimo è un pensiero nato più di un secolo fa, ma questa è un’altra storia.


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