sabato 19 dicembre 2020

Lo scontro e l'incontro, Robert Motherwell

 

Autore:   Robert Motherwell

(Aberdeen Washinton, 1915 – Cape Cod, 1991) 

Titolo dell’opera: Elegia per la repubblica spagnola 110, 1971

Tecnica: Acrilico, grafite, carbone su tela

Dimensioni: 208,3 cm x 289,6 cm

Ubicazione attuale:  Solomon R. Guggenheim Museum, New York




Violento, disarmonico, sgraziato, il dipinto colpisce con rara intensità, un pugno nello stomaco, ci scuote e ci lascia disorientati.

Questa grande opera fa parte di una lunga serie che ricorda costantemente la morte presente nei sanguinosi anni della repubblica spagnola.

Motherwell non ha mai preso una posizione politica, si limita a sottolineare “ il mio privato insistere sulla morte che accade e non può essere dimenticata”.

Le interpretazioni nel corso degli anni si sono sbizzarrite passando dagli immancabili “riferimenti sessuali” (sembra che certa critica non riesca ad andare oltre) o ad un più interessante accostamento allo scorrere delle note musicali.

Il titolo, dato dall’autore, non lascia molto spazio alle eventuali interpretazioni, resta aperto, per l’osservatore, il piano emotivo, oltre l’estetica c’è la presenza psicologica.

Pur non ignorando l’intenzione del pittore americano torniamo al punto di partenza, davanti a questo quadro come ci poniamo? E’ difficile affrontarlo con serenità, con un piacevole sguardo d’insieme, ne veniamo investiti, travolti, la reazione è di difesa, si va dalla fuga ad un attacco verbale che però ne sminuisce il valore concettuale che a sua volta ne limita il puro aspetto esteriore.

Ma se riusciamo a resistere al desiderio immediato di fuggire dinnanzi al dipinto ecco che ne riceviamo la forza, quella che ci sembrava un’aggressione “visiva” può, se abbiamo la voglia di confrontarci, trasformarsi in uno scambio di “idee”.

Cercando un appiglio più “realista” ecco che la sequenza si mette in moto, ciò che non riusciamo a comprendere inizia un lento ma inesorabile movimento, se lasciamo che il flusso segua il proprio percorso il movimento si farà via via più veloce, se al contrario blocchiamo lo sguardo focalizzando l’attenzione sul particolare, inseguendo un immaginario messaggio criptato, tutto si cristallizza, la migrazione si interrompe e l’opera ci frana addosso riproponendo la sensazione iniziale, lo smarrimento davanti all’assenza, apparente, di grazia e armonia.  

2 commenti:

  1. Non mi appare violenta quest'opera sai? Forse solo riflessiva.
    Non la conoscevo e mi è piaciuto molto la tua chiusa finale. Complimenti Romualdo. Ciao.

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    1. Ciao Pia, con violento indendo l'aspetto tutt'altro che "morbido" scontato, spesso quando ci mettiamo di fronte ad un dipinto ci aspettiamo sensazioni piacevoli, rassicuranti, in questo caso l'impatto è deciso.
      Il titolo contribuisce a farci entrare in una spirale, quella della guerra, che fa della violenza il suo punto centrale.
      Grazie, buona giornata.

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