Autore: Robert Motherwell
(Aberdeen Washinton, 1915 – Cape Cod, 1991)
Titolo dell’opera: Elegia per la repubblica spagnola 110, 1971
Tecnica: Acrilico, grafite, carbone su tela
Dimensioni: 208,3 cm x 289,6 cm
Ubicazione attuale: Solomon R. Guggenheim Museum, New York
Violento,
disarmonico, sgraziato, il dipinto colpisce con rara intensità, un pugno nello
stomaco, ci scuote e ci lascia disorientati.
Questa grande opera
fa parte di una lunga serie che ricorda costantemente la morte presente nei
sanguinosi anni della repubblica spagnola.
Motherwell non ha
mai preso una posizione politica, si limita a sottolineare “ il mio privato
insistere sulla morte che accade e non può essere dimenticata”.
Le interpretazioni
nel corso degli anni si sono sbizzarrite passando dagli immancabili
“riferimenti sessuali” (sembra che certa critica non riesca ad andare oltre) o
ad un più interessante accostamento allo scorrere delle note musicali.
Il titolo, dato
dall’autore, non lascia molto spazio alle eventuali interpretazioni, resta
aperto, per l’osservatore, il piano emotivo, oltre l’estetica c’è la presenza
psicologica.
Pur non ignorando
l’intenzione del pittore americano torniamo al punto di partenza, davanti a
questo quadro come ci poniamo? E’ difficile affrontarlo con serenità, con un
piacevole sguardo d’insieme, ne veniamo investiti, travolti, la reazione è di
difesa, si va dalla fuga ad un attacco verbale che però ne sminuisce il valore
concettuale che a sua volta ne limita il puro aspetto esteriore.
Ma se riusciamo a
resistere al desiderio immediato di fuggire dinnanzi al dipinto ecco che ne
riceviamo la forza, quella che ci sembrava un’aggressione “visiva” può, se
abbiamo la voglia di confrontarci, trasformarsi in uno scambio di “idee”.
Cercando un
appiglio più “realista” ecco che la sequenza si mette in moto, ciò che non
riusciamo a comprendere inizia un lento ma inesorabile movimento, se lasciamo
che il flusso segua il proprio percorso il movimento si farà via via più
veloce, se al contrario blocchiamo lo sguardo focalizzando l’attenzione sul
particolare, inseguendo un immaginario messaggio criptato, tutto si
cristallizza, la migrazione si interrompe e l’opera ci frana addosso
riproponendo la sensazione iniziale, lo smarrimento davanti all’assenza, apparente,
di grazia e armonia.
Non mi appare violenta quest'opera sai? Forse solo riflessiva.
RispondiEliminaNon la conoscevo e mi è piaciuto molto la tua chiusa finale. Complimenti Romualdo. Ciao.
Ciao Pia, con violento indendo l'aspetto tutt'altro che "morbido" scontato, spesso quando ci mettiamo di fronte ad un dipinto ci aspettiamo sensazioni piacevoli, rassicuranti, in questo caso l'impatto è deciso.
EliminaIl titolo contribuisce a farci entrare in una spirale, quella della guerra, che fa della violenza il suo punto centrale.
Grazie, buona giornata.