sabato 22 agosto 2020

Le opere d'arte parlano a chi ha capacità di decifrarne i codici.

 “Anche i grandissimi dell’arte, ad esempio Benozzo Gozzoli, Piero della Francesca o Lorenzo Lotto, hanno avuto bisogno di tempo perché il loro pensiero fosse comprensibile, la fama che oggi   attribuiamo loro è recente, non è stata immediata.

Oggi giorno ciascuno di noi dovrebbe avere la fortuna d’incontrare persone cosi appassionate da condurci alla comprensione di un linguaggio che per un certo periodo è stato obnubilato, perché solo attraverso la passione si arriva a capire un linguaggio incomprensibile nel presente”.

A. Vettese


L’artista esprime un pensiero, una “visione”, che può essere compresa dai suoi contemporanei o, al contrario, non è decifrabile nel proprio tempo, nel primo caso sarà apprezzata immediatamente, nel secondo avrà bisogno di tempo.

Non è raro che un artista trovi nell’immediato il giusto feeling con i fruitori dell’opera ma che col tempo questa comunicazione si interrompa per poi ritrovarsi dopo decenni, se non addirittura secoli.

L’arte utilizza un linguaggio che non segue lo scorrere naturale del tempo, è una proiezione che prende direzioni inaspettate alla ricerca di qualcuno che ne sappia decifrare i codici.

Meret Oppenheim – Colazione in pelliccia, 1936

Museum of Modern Art (MoMA), New York


4 commenti:

  1. Senza dubbio di grande simpatia questa donna.
    Mi sarebbe piaciuto dialogare con lei.
    Come sempre mi fai approfondire cose che conosco solo in superficie. Grazie Romualdo, un forte abbraccio.

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    1. Ciao Pia, ti riferisci ad Angela Vettese o a Meret Oppenheim?
      In ogni caso ti ringrazio e sono felice di aver suscitato interesse.
      La Vettese è una storica dell'arte che unisce la competenza a una, tutt'altro che scontata, qualità divulgativa, è un piacere leggerla e ascoltarla.
      Meret Oppenheim è un autentico vulcano di idee, forse la "Tazzina pelosa"come viene chiamata, e il successo,sono arrivati troppo presto (aveva 23 anni e solo due anni dopo l'opera viene acquistata da MoMA). Questo l'ha spinta a rincorrere una nuova idea in grado di stravolgere la concezione artistica, senza però ripetere l'exploit di inizio carriera.
      Un grande abbraccio a te, buona giornata.

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    2. Se ho sbagliato perdonami.
      Credevo che il soggetto del tuo articolo fosse la Oppenheim, quindi di conseguenza mi riferivo a lei. 😘
      Interessante anche la Vettese però. 😘

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    3. Ho "utilizzato" l'opera della Oppenheim per illustrare il pensiero di Angela Vettese.
      La "tazzina" come esempio di un'opera che necessita di un "tempo" fuori dal tempo per essere compresa.
      Non hai sbagliato assolutamente perché la Vettese si riferiva all'opera d'arte in generale ma partendo proprio dalla Oppenheim.
      Il discorso è molto ampio ma tu hai colto il punto focale.

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