Autore: Christian Schad
(Miesbach, 1894 –
Keilberg, 1982)
Titolo
dell’opera: Ritratto del dottor Haustein - 1928
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
80,5 cm x 55 cm
Ubicazione attuale: Fundación Colleción Thyssen-Bornemisza, Madrid
Un’opera che porta
con sé miriadi di sfumature che creano una costante tensione, in particolare se
rapportato a ciò che successe in seguito.
Il dottor Haustein,
dal taschino della giacca fa capolino uno strumento che ne rivela la
professione, rivolge lo sguardo verso lo spettatore mostrando senza esitazioni
sicurezza e franchezza.
Alle sue spalle appare
l’ombra dell’amante, una giovane modella, l’apparizione è tutt’altro che
serena, incombe come una nefasta premonizione.
Tre anni dopo che l’opera
viene realizzata la moglie di Haustein, tormentata per il fallimento del
matrimonio si uccide, passano altri due anni e nel 1933 è lo stesso Haustein a
suicidarsi quando apprende che la Gestapo si appresta ad arrestarlo.
Schad traccia un profilo
psicologico tanto reale quanto spietato, un’allucinazione che in fondo non è
tale ma che rispecchia un crudo e distaccato realismo.
Non sappiamo quale fu la reazione del medico quando vide per la prima volta il dipinto ma è innegabile che l'originalità del quadro (non tanto nel ritratto in sé quanto nella raffigurazione dell'ombra, aliena e alienante) spinge a riflettere quanto è importante "vedere" l'opera prendendo in considerazione quello che è avvenuto in seguito.
Questo dipinto vive due esistenze distinte, la prima come un semplice ritratto che, con tutte le più complesse intuizioni, alla fine rimane tale. La seconda viene travolta dagli accadimenti postumi, il quadro è già realizzato e non vi è nessun intervento successivo ma la percezione di chi lo osserva è inevitabilmente mutata.
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