L’astrazione “filosofica” o la
filosofia dell’astrazione.
La rappresentazione “astratta” cerca di riassumere un concetto universalmente riconosciuto o insegue l’idea “sottrattiva”?
Vuole sintetizzare (più che riassumere va intesa
nell'accezione che troviamo in chimica, raggiungere un punto di “purezza”) il
pensiero portandolo all'essenza o è un modo di rappresentare la realtà senza
che la stessa venga mostrata palesemente?
L’astrazione è la realtà nella sua forma più “alta” o è semplicemente il modo per spingere sia chi crea che chi usufruisce del risultato ad una ricerca più “profonda”?
Nell’immagine: Philip Guston - To B.W.T ., 1952 . Olio su tela ,123,2 x 130,8 cm . Collezione Jane Lang Davis, Washington
Ho sempre pensato che l'arte astratta sia frutto di un libero pensiero.
RispondiEliminaIn parole povere la nostra fantasia è messa alla prova in mille modi, portando a farci vedere cose che scaturiscono dal nostro cervello, dal nostro inconscio e dalla nostra fantasia.
Ho un quadro astratto in casa , che tutti guardano con aria strana e io adoro. L'artista l'ha intitolato il linguaggio delle pietre.
Io ci vedo la vita come è in realtà e come sarà in futuro, forse il nostro, il passato e il presente e la sottile linea che li unisce.
Questo è quello che il quadro mi dice , poi chissà avrà pure un altro significato, ma io lo sento mio.
Buona notte dolce amico caro
Ciao Nella, molto interessante il tuo pensiero, l'astrazione come essenza superiore, dove il tutto si esprime iberamente.
EliminaSono anch'io dell'idea che l'opera non figurativa lasci spazio all'immaginazione, ai sentimenti di chi osserva, spesso l'assenza di un titolo ha questo obbiettivo, fare in modo che chi guarda il dipinto entri in contatto con esso senza alcuna indicazione, la libertà spiritule assoluta.
Grazie infinite, buona giornata.