Autore: Georges Mathieu
(Boulogne-sur-Mer, 1921 –
Boulogne Bilancour, 2012 )
Titolo
dell’opera: Les capetiens partout - 1954
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
295 cm x 600 cm
Ubicazione attuale: Centre G. Pompidou, Parigi
“I capetingi
ovunque”, il titolo inequivocabilmente racconta la storia della dinastia
francese, l’enorme tela mette in scena lo scontro tra il pittore e il pensiero
dello stesso.
L’artista francese
è noto per l’utilizzo della pittura come veicolo spirituale, lo fa trasformando l’atto di dipingere in
performance, infatti realizzava molte delle sue opere davanti ad un piccolo
pubblico.
Il tutto si svolge
in breve tempo (questa tela e quelle di queste dimensioni richiedevano al
massimo una trentina di minuti) in modo platealmente teatrale si lasciava
andare ad un frenetico andirivieni davanti alla tela, i materiali, il gesto
stesso e la parola si fondono fino a creare un concetto.
Mathieu sosteneva
che doveva dipingere il più rapidamente possibile per evitare che la mente
potesse influenzare l’istinto, solo in assenza di “contaminazioni” poteva cosi
raggiungere la perfezione.
Col passare del
tempo le dimensioni delle superfici sono diventate sempre più grandi e di
conseguenza il gesto doveva essere sempre più veloce, è passato dunque dai
pennelli alle spatole per stendere una quantità maggiore di colore, ha
spruzzato quest’ultimo direttamente sulla tela fino a spremerci sopra
direttamente i tubetti.
Naturalmente il
gesto di spremere i tubetti sul supporto da dipingere non può non riportare a
ciò che di li a breve avrebbe fatto Pollock con l’idea rivoluzionaria del
dripping.
Caro Romualdo, i dipinti che ci fai vedere, li vedo sempre con piacere.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso, se il piacere che ho io nel condividerli si tramuta nel piacere di chi li osserva è il più bel complimento che posso ricevere.
EliminaGrazie, un abbraccio ed un sorriso a te, buona giornata.
Quindi è il precursore di Pollock.
RispondiEliminaBello questo lavoro però. Ciao e buona giornata Romualdo.
Ciao Pia, quantomeno è innegabile che la contaminazione, tecnica e concettuale, abbia indirizzato l'arte in ogni tempo, dagli albori ad oggi c'è un filo conduttore che permette di collegare e comprendere il percorso artistico che si evolve continuamente.
EliminaUn artista non può ignorare ciò che è avvenuto in passato e, consciamente o meno, queste conoscenze si fanifestano nel presente condizionando il futuro.
Buona giornata, a presto.
Una cosa è certa, Pollock era un gran furbetto ed era molto attento alle tendenze della sua epoca. Almeno a me è parso così. Quindi probabilmente, siccome amava sperimentare, influenze esterne doveva per forza averne avute. Era un solitario molto informato. 😘
EliminaPenso che valga un pò per tutti, c'è chi si limita a "galleggiare" sulle intuizioni altrui e chi, i grandi artisti, partono da esperienze passate dando vita ad un'evoluzione, e rivoluzione, personale.
EliminaMichelangelo e Raffaello non possono non aver subito l'influenza di Piero della Francesca o di Leonardo ma hanno "sfruttato" il sapere condiviso e l'hanno arricchito con il loro personale genio artistico.
Cezanne, che a sua volta aveva attinto alla rivoluzione impressionista ha aperto nuove strade che altri grandi pittori (Picasso tra gli altri) hanno reinterpretato fino a reinventarne un nuovo concetto.
penso che non si inventi nulla da zero, l'artista riesce ad evolvere il contemporaneo proiettando la propria visione in un fuuro che la gente comune non prende nemmeno in considerazione.
Grazie Pia, l'evoluzione del post grazie a diversi punti vista.
Concordo con te su tutto. Grazie a te Romualdo, ciao.
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