Nel 2008 il
cantautore lariano pubblica, all’interno dell’album “Pica”, la ballata folk “La
terza onda”.
Davide Van de
Sfroos, pseudonimo di Davide Bernasconi, porta nel nome d’arte il desiderio di
andare dove non è concesso dalle nostre stesse convinzioni (de Sfroos sta per “andare
di frodo”, non legato al significato di “caccia di frodo” ma nel senso più
intimo di ricerca di strade al di fuori dei dettami comuni)
Lo stesso cantante racconta
la simbologia delle tre onde, la prima l’onda che spinge al largo, la voglia di
partire alla ricerca di qualcosa che riempia il vuoto che le abitudini
quotidiane inevitabilmente lasciano, una spinta verso l’ignoto, verso qualcosa
di nuovo.
La seconda è l’onda
che spinge verso la riva, quella che ci indirizza verso il ritorno a casa
quando si fa sempre più pressante la nostalgia delle persone o dei luoghi che
abbiamo lasciato.
Ma protagonista del
brano è la terza onda, l’onda che aspettiamo, quella che, superati
gli ostacoli delle precedenti, rivela il nostro essere, la terza onda è quella
definitiva, è il futuro non svelato ma forse già scritto o da scrivere, è
quella che ti fa sentire vivo, quella che da un senso alla vita che, come le onde reali e non metaforiche, sale e scende continuamente ma che nonostante tutto non si ferma mai.
Per chi non ha
familiarità con il dialetto “laghee” (dialetto del lago di Como) propongo una
traduzione che naturalmente fatica a “sposarsi” con la melodia
(nell'immagine: Ivan Aivazovsky - Ship on Stormy Seas Giclee. part.)
La terza onda
Barca tocca la riva, sfrega la punta e gratta la spiaggia
Terra, terra arrabbiata che si lamenta per ogni mio passo,
Troppa, troppa la notte che ho trascorso sull’acqua
fantasma,
Terra, terra bastarda che sposerà il vento per soffiarmi
negli occhi
Onda, lama spezzata, labbra di dama e lingua di frusta
Onda, che accarezza, onda che rovista e mescola i riflessi
Onda, mano che mi prende e mi porta fino a casa mia,
Onda, onda seconda che mi spinge ancora in mezzo al lago
Vita, vita da fiocina, vita infilzata di punta sul fondo
Vita, vita mulagna che gira la ruota e tira la corda
Terra, terra che aspetta ogni spazzatura che il lago porta
a riva
Terra che ogni mattina con la stessa espressione aspetta
anche me
E sono qui ad aspettare la terza onda e sono qui per
vedere come sarà
E sono pronto a baciare la terza onda e sono pronto a
prendere tutti i suoi schiaffi
Donna, donna sbagliata, rosa tagliata e poi gettata via,
Donna, donna di terra rosa che non era la mia
Rosa che ti punge e intanto che punge ti lascia il
profumo,
Donna che impara dall’onda a ricordarti che eri un uomo
Rema, rema via il mondo fin dove l’acqua non ha più
memoria,
Scappa da quella corda che gira e che gira e ti lega al
pontile,
Onda, onda bugiarda, prima ti spinge e poi ti spruzza
Aria di carta vetrata che sfrega e che sfrega per farti
tornare indietro
Vita che si incastra e che è disegnata a lisca di pesce,
Vita che scivola verso quel luogo dove hai voglia di
essere,
Onda che ti porta fino all’altra sponda
Per farti sentire più forte la voglia di tornare a casa
E sono qui ad aspettare la terza onda ...
Caro Romualdo, non l'avevo mai sentita, ma la trovo molto interessante, grazie di averla condivisa.
RispondiEliminaCiao e buon fine settimana con un abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso, un brano che ci fa riflettere sul nostro essere e ci spinge ad inseguire i nostri desideri, il tutto accompagnato da una bellissima melodia in stile folk.
EliminaGrazie a te, buona giornata.
un cantautore poco conosciuto anche per via della sua lingua..peccato , basta ricordare questa meravigliosa canzone metafora della nostra vita per riconciliarsi con lui per sempre.
RispondiEliminaGrazie mio caro Romualdo
Ciao Nella, le lingue locali o dialetti limitano il raggio d'azione di autori e musicisti che meriterebbero altre platee, infatti non è facile per chi non comprende un certo "linguaggio" apprezzare fino in fondo canzoni di grande spessore, fortunatamente la musica è universale ed è compresa da tutti.
EliminaGrazie a te, buona serata.