sabato 16 febbraio 2019

La chiamata alle proprie responsabilità, Michelangelo Buonarroti. (particolare dal Giudizio Universale)


Il Giudizio Universale di Michelangelo Buonarroti è un’opera di infinita grandezza nel suo insieme e al contempo è una fonte inesauribile di particolari, simbologie più o meno nascoste che estrapolano dalla “narrazione ultima” infiniti spunti.

In questo caso mi voglio concentrare sul gruppo in basso al centro appena sopra gli scenari futuri del paradiso e dell’inferno.Siamo di fronte agli angeli cosiddetti tubicini, angeli con le trombe che annunciano la fine dei tempi, il suono richiama i vivi ed i morti alle loro responsabilità. Dovranno presentarsi al cospetto di Gesù che deciderà la destinazione delle anime in base al comportamento terreno.

Adagiati  sulle nuvole troviamo due angeli che tengono tra le mani due libri aperti, ma non sono rivolti verso chi li apre ma verso il basso.

I libri sono di dimensioni differenti, a destra un grande volume guarda verso l’inferno, il libro è grande perché grandi sono i peccati dell’uomo, grande perché sono molti i peccatori.

A sinistra il piccolo libro è rivolto verso il paradiso, naturalmente le dimensioni riflettono il numero limitato di meriti  e delle virtù dell’umanità.

In questo punto risiede l'inizio della “lettura” di questo capolavoro, la base di partenza di un racconto pittorico che va oltre l'infinita e meravigliosa presenza scenica, il giudizio si apre con la chiamata e con la presentazione della condotta, più o meno meritoria, tenuta nei giorni di vita terrena.




4 commenti:

  1. Caro Romualdo, guardando questo capolavori, si rimane sempre incantati.
    Ciao e buon fine settimana con un forte abbraccio e un sorriso:-)
    Tomaso

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    1. Ciao Tomaso, un'opera che ci mostra cose nuove ad ogni "osservazione".
      Buona giornata a te, un abbraccio.

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  2. Nella Cappella Sistina, speculare all'Innalzamento del serpente di rame, da parte di Mosè, vi è dipinta la crocifissione di Aman, primo ministro persiano che voleva uccidere gli ebrei e poi a morire sarà lui. (cfr. Libro di Ester). L'unica croce presente nella volta, fa si che abbiamo una promessa (la croce di Cristo), sotto forma di minaccia. Inoltre Aman protagonista negativo del carnevale ebraico, assomiglia al Gesù giudice del Giudizio Universale. Ma in questo caso la somiglianza a cui si alluderebbe non sarebbe fisica, ma funzionale. Il genio di Michelangelo, in un fantastico viaggio nel tempo: avrebbe visto la morte di Gesù in croce, mentre assumeva anche il ruolo di Aman, in un "carnevale" ebraico (anticipando di 4 secoli l'antropologo J. G. Frazer). In un carnevale si perde la cognizione di quello che si fà, tanto che Gesù, sulla croce, poté inizialmente affermare: "Padre perdonali, perché non sanno quello che fanno". Cfr. mio ebook/kindle. "La Passione di Gesù negli affreschi di Michelangelo, della Cappella Sistina".

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  3. Benvenuto Massimo e grazie per il tuo intervento.
    Buona serata

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