Autore: Albrecht Dürer
(Norimberga, 21 maggio 1471 – Norimberga, 6 aprile 1528)
Titolo
dell’opera: Autoritratto (con guanti) – 1498
Tecnica: Olio su tavola
Dimensioni:
52 cm x 41 cm
Ubicazione attuale: Museo del Prado, Madrid.
L’autoritratto era
un genere non comune in quel periodo ma Dürer, un po’ controcorrente, ne ha
eseguiti parecchi.
Lo stratagemma di
collocare il braccio il primo piano fino ad avere l’illusione che appoggi
sulla cornice permette di annullare la distanza tra l’osservatore ed il
protagonista dell’opera.
Non è escluso, anzi
è molto probabile, che si sia ispirato alla “Gioconda” di Leonardo osservata in
un viaggio in Italia avvenuto nel 1494.
Il fatto che,
nonostante il ritratto non fosse frequente nella pittura di quegli anni,
l’essere immortalato sulla tela era comunque un onore riservato a pochi, e questo spinge
Dürer a raffigurare se stesso promuovendo la propria posizione sociale.
Abbigliamento, capigliatura
e barba sono estremamente accurati, la posizione a “tre quarti” dona una certa
importanza. Dürer sicuramente fiero della propria posizione mantiene un certo distacco senza però dare alcun segno di arroganza.
Interessante lo
scorcio del paesaggio che si intravede alla finestra, immediata la percezione
dell’influenza dei paesaggisti fiamminghi, è presente la “mano” di artisti come il
geniale “Maestro di Flémalle” o Jan van Eyck.
Sotto la finestra
Dürer ha autografato l’opera con la scritta:”Das malti ch nach meiner gestalt,
Ich War Sex Und zweig Jor alt – Albrecth Dürer” che si può tradurre in : “ho
fatto questo (oppure ho dipinto) secondo le mie sembianze all’età di ventisei
anni”.
Oltre alla firma
appare anche il consueto monogramma.
uno dei miei preferiti! ciao buona settimana!
RispondiEliminaCiao Marina, grande artista, intuizioni costanti che anticipano i tempi.
EliminaBuona domenica.
Ma come faremo caro Romualdo a capire così tanti particolari se non ci fossi tu?
RispondiEliminaConosco abbastanza Durer,ma non certo tutti i particolari di questo dipinto.
La uas propensione ad emulare un po' La Gioconda, la tecnica di mettere in prima fila le braccia tanto da appoggiarle alla cornice e un effetto ottico particolare, lo sfondo molto fiammingo, i suoi pensieri..meraviglioso..
Grazie amico mio come vorrei stare tutto il giorno con te e tu mi illustrassi i segreti che stanno dietri a tutti i dipinti..
Un abbraccio forte e un buon pranzo!
Ciao Nella, che piacere risentirti, questo significa che tutto sta andando per il verso giusto.
EliminaTi ringrazio per la fiducia ma tutto il giorno con me potrebbe risultare noioso.
L'eccessiva fretta, la crescente velocità che contraddistingue il nostro quotidiano, spesso ci impediscono di soffermarci sui particolari, e sono proprio le piccole cose a rendere interessante ciò che vediamo, in questo caso ci riferiamo alla pittura.
Con il passare del tempo, quando visito una mostra o entro in una pinacoteca, mi soffermo sempre più davanti ad un quadro (essendo famoso per la mia impazienza è un grande passo avanti) proprio per riuscire a scovare quei piccoli dettagli che cambiano completamente la percezione rispetto al primo sguardo.
Questo, unito alle impressioni altrui e alle letture di storia dell’arte mi danno la possibilità di “viaggiare” continuamente all’interno di questo meraviglioso mondo che è l’arte, ecco perché è importante il pensiero di tutti voi che con i vostri commenti contribuite ad ampliare l’orizzonte visivo, artistico e spesso filosofico.
Grazie ancora carissima, un abbraccio a te, buona serata.
Pensa che io invece ci vedo una traboccante arroganza!
RispondiEliminaDevo ammettere però di non ricordare se l'ho sempre vista o se la vedo solo ora che un "ex amico" pieno di sè ha usato questa immagine ed il nome Albrecht Dürer, proprio nel periodo in cui ha mostrato il lato peggiore del suo carattere, creando un falso profilo per cercare di entrare a curiosare nel gruppi da cui era stato escluso! Ma sapendolo un suo estimatore è stato lampante e tutto sommato ci si può vedere anche una vaga somiglianza... Eh già, arrogante ma un po' sciocco he he he!
Pensa te quanto scompiglio può combinare oggi e a livello personale un autoritratto di qualche secolo fa!
Ciao Anna, in questo caso c'è un'evidente contaminazione nell'interpretazione del dipinto, l'aneddoto che racconti influisce sicuramente sulla percezione dell'opera.
EliminaQuesto non significa che la tua lettura non sia lecita anzi, Dürer nel "fare" questo ritratto non ha certo nascosto un po' di presunzione, il passo verso l'arroganza è, spesso, molto breve.
Interessante la tua esperienza perché conferma quanto ciò che ci circonda influisce in maniera naturale sul nostro modo di "vedere".
Se l'opera riesce a creare "scompiglio", anche se indirettamente, ha raggiunto il suo scopo; essere moderna anche dopo molti anni.
Grazie, buona giornata.