Autore: Barnett Newman
(New York, 1905 - New York, 1970)
Titolo
dell’opera: The Voice – 1950
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
244,1 cm x 268 cm
Ubicazione attuale: The Museum of Modern Art, New York.
Barnett Newman racconta
l’orrore della guerra, il senso di vuoto che il conflitto mondiale ha lasciato.
Vuole rappresentare il viaggio introspettivo alla ricerca, all’apparenza vana,
dell’essenza dell’uomo e della natura.
L’artista americano
racconta cosi il proprio “sentire”: «…
non possiamo più dipingere uomini che suonano il violoncello o mazzi di fiori …
il soggetto è l’elemento primo della pittura, la storia della mia generazione
comincia con il problema di cosa dipingere …»
Altro tema caro a Newman
è il linguaggio meditativo, l’incontro con il divino, Dio e la sua immensa
grandezza opposto alla miseria delle sue creature.
La grandezza dei
dipinti trasmette all’osservatore una sensazione di assoluta inferiorità, chi
guarda il quadro “sente” la distanza che corre tra se stesso ed il resto
dell’universo, distanza che pare incolmabile.
Il quadro è
concepito come una forma monocromatica, uniforme, unica rottura una linea, una
sottile fenditura che funge da confine tra il cielo e la terra.
Ma al contempo
rappresenta un’apertura, la possibilità per tutti noi, non senza un’adeguata
preparazione, di tentare un’ascesa trascendentale, un’opportunità d’incontro
con la nostra e altrui spiritualità.
mi va bene la tua spiegazione ma a me non dice niente: anzi mi sembra come I vestiti nuovi dell'imperatore... ah ah senza voler offendere l'autore. Ciao, buona settimana!
RispondiEliminaCiao Marina, in effetti il dipinto lascia aperta la porta ad ogni interpretazione, anche al fatto di non trovarci nulla. La mia ricostruzione è data dalle indicazioni dello stesso Newman e da come il pittore "vedeva" il mondo che lo circondava.
EliminaRiguardo alle sensazioni provate osservando quest'opera direi che ognuno deve cercare un contatto mentale più che visivo, ammetto che è tutt'altro che semplice.
Grazie, buna serata.