Autore: Jean- Francois Millet
(Gréville-Hague, 1814 – Barbizon, 1875)
Titolo
dell’opera: La morte e il taglialegna – 1859
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni:
77 cm x 100 cm
Ubicazione attuale: Ny Carlsberg Gliptotek, Copenaghen.
Questa scena è tratta
dall'omonima favola di La Fontaine scritta due secoli prima.
La breve ma
significativa novella racconta di un vecchio taglialegna che logorato dalle
continue e sempre più pesanti fatiche desidera che la morte lo liberi
dall’insopportabile peso.
Ma nell’istante in
cui appare la morte, che si offre di aiutarlo a portare il pesante fardello, il
vecchio si spaventa e cerca in ogni modo di sfuggire a ciò che poco prima aveva
invocato, nonostante le fatiche sopportate si aggrappa alla vita pentito
dell’invocazione.
Un soggetto
tutt’altro che consueto sia per Millet che per l’arte in generale.
Il vecchio è
raffigurato nell’istante in cui cerca di sfuggire alla morte, si aggrappa al
fascio di legna che contribuisce alle molte sofferenze ma che rappresenta il
senso della vita.
La fuga non è più possibile, anche se il sentiero che riporta alla realtà è ad un passo, la curva "vitale" è ormai alle spalle. Il sole si prepara a tramontare, l'oscurità si accinge a coprire la misera scena.
La fuga non è più possibile, anche se il sentiero che riporta alla realtà è ad un passo, la curva "vitale" è ormai alle spalle. Il sole si prepara a tramontare, l'oscurità si accinge a coprire la misera scena.
La morte è comunque
la protagonista del dipinto, il sudario copre la testa e parte del corpo
lasciando scoperti i piedi e le braccia che mostrano la decadenza finale del
corpo dopo la dipartita.
Sulla spalla
sinistra tiene appoggiata la falce, lo strumento simbolo della mietitrice di
vite, infatti, come la falce in mano umana taglia il grano, nelle mani della
morte recide la vita.
Nella mano sinistra
tiene una clessidra alata, a significare come lo scorrere del tempo sia
inesorabile e avvenga con grande velocità.
Il dramma è vissuto
al centro del quadro, la morte afferra senza esitazioni il collo del vecchio
terrorizzato, una presa senza possibilità di ritorno.
Come tutte le
favole anche questa contiene una morale che Millet ha fatto propria, forse è il
caso di accettare la propria esistenza, anche a costo soffrire, pur cercando di
migliorarla.
L’invocazione della morte in fondo non è mai la soluzione.
L’invocazione della morte in fondo non è mai la soluzione.
Ciao Romualdo, buon fine Ferragosto e buona estate!
RispondiEliminaCiao Pia, buon ferragosto a te, a presto.
EliminaCaro Romualdo spero che oggi il tempo sia stato bello che così avrete passatu un buon ferragosto.
RispondiEliminaCiao e buon ferragosto con un forte abbraccio e un sorriso:-)
Tomaso
Ciao Tomaso, giornata bellissima.
EliminaBuon ferragosto a te, un abbraccio.
In effetti, temo che troppe volte si sia detto con troppa leggerezza "vorrei morire" e per fortuna la signora Morte non ascolta con troppo interesse il nostro blaterare!
RispondiEliminaDico in senso generale, tranquillo che personalmente non l'ho mai desiderato... :-)
Personaggio molto, molto affascinante ma siamo ben felici di ammiralo solo in dipinti belli come questo!
Ciao Anna, la morte affascina scrittori, pittori, musicisti e semplici spettatori, in fondo è l'unica cosa certa nell'esistenza di ognuno. Millet la rappresenta senza alcuna leggerezza anzi, mostra il lato meno affascinante togliendone il senso quasi "poetico" che altri artisti sottolineano.
EliminaQuest'opera però non nasce dalla mente del pittore e di conseguenza mantiene lo spirito "morale" della favola di La Fontaine. Resta il superbo lavoro pittorico che ci immerge in quell'istante, reale o di fantasia.
Grazie, buona giornata.
Trovo questo dipinto compreso l'autore che non conoscevo di un fascino indescrivibile.
RispondiEliminaIl tuo tratteggiarlo passo dopo passo nei movimenti,nelle allegorie, nel disegno stesso, ce lo rende ancora più vitale e veramente ci fa pensare quanto caduca è la nostra esistenza e quanto un nulla dipenda dal tutto.
Grazie e di cuore mio caro..meraviglioso
Un abbraccio fortissimo
Ciao Nella, la nostra esistenza, come giustamente sostieni tu, è legata ad un filo, Millet illustra il pensiero di La Fontain: inutile anticipare gli eventi.
EliminaIl dipinto mantiene un'aura "fiabesca" dove, nonostante la drammaticità della scena, si nota un pizzico di magia.
Grazie a te, sei sempre prodiga di complimenti (che fanno sempre piacere).
Contraccambio l'abbraccio, a presto.
Eccomi di ritorno !!! stupendo questo dipinto ed ottime come sempre le tue spiegazioni che mi fanno sempre notare nuovi dettagli!!! ciao, buona domenica!!!
RispondiEliminaBentornata, Marina, spesso molti particolari ci sfuggono, l'interpretazione di altri "spettatori" illuminano gli angoli più in ombra. Lo scambio di impressioni aiuta ad avere una visione sempre più ampia.
EliminaGrazie, buona settimana.