Riguardo alla divulgazione, ad ogni livello, delle
conoscenze della storia dell’arte:
« … l’utilità è grande perché si tratta di comunicare a molte persone
che di solito frequentano i musei, dove le opere non sono più poesie scritte in
figura ma sono soltanto dei feticci … »
Antonio Natali, storico dell’arte, con queste parole ci
permette di approfondire il discorso sulle mode “artistiche”, dove l’opera d’arte
non è più tale ma si trasforma in un simbolo di “cultura di facciata”.
Sempre più spesso notiamo nei musei visitatori impegnati a
fotografare l’opera più famosa, magari inserita alle loro spalle per un
"modaiolo" selfie, per poi pubblicare l’immagine
sui social solo per dire “io c’ero”.
E’ naturalmente positivo il continuo aumento del numero dei visitatori
alle grandi mostre ma purtroppo accade quando l’esposizione riguarda la star
del momento, il dipinto famoso. Secondo alcune testimonianze di addetti ai
lavori spesso i visitatori si accalcano davanti alle opere di maggior richiamo
per poi scivolare velocemente verso l’uscita portando con se l’agognato scatto
da esibire.
Uno dei casi più eclatanti è sta l’incredibile crescita di
consensi di un’opera di Vermeer, “La ragazza col turbante”, non era certo
sconosciuta ma l’uscita del romanzo di Tracy Chevalier prima e del film “La
ragazza con l’orecchino di perla” dopo, l’ha trasformata in una sorte di diva
pittorica al punto che il dipinto stesso ha preso, nell’immaginario popolare, il nome del titolo della pellicola di Peter Webber.
Quante piccole pinacoteche, deliziosi musei di provincia,
quasi sempre con l’ingresso gratuito, sono vuoti, ignorati dai più per il
semplice fatto di non poter esporre quadri di fama popolare, eppure possiamo
trovarci grandi opere, quadri e sculture che, come afferma Natali, sono
autentiche poesie. Basta saperle osservare.
(nell'immagine :
Jan Vermeer, La ragazza col turbante , 1665-66– olio su tela
cm. 44,5 x 39. Museo La Mauritshuis, L’Aia)
Ben detto, resta il fatto che questo è un capolavoro
RispondiEliminaCiao Marina, nessun dubbio riguardo la qualità del dipinto, qualche perplessità invece sul modo di approcciare l'arte di qualcuno, ma resta un mio personalissimo pensiero.
EliminaGrazie, buona serata.
Oltre alla "moda", potrebbe anche esserci una certa insicurezza di fondo. Ad una mostra importante ci si sente rassicurati: so di spendere bene il mio tempo, so come viene universalmente considerato quel che guardo e quindi come giudicarlo. Andando ad una mostra locale ci vogliono una buona dose di curiosità ed il voler giocare con le proprie impressioni, cosa che può mettere a disagio.
RispondiEliminaCiao Anna, sono d'accordo con il tuo pensiero, mettersi in gioco è complicato quando manca la sicurezza in se stessi, troppo spesso le persone agiscono seguendo il pensiero altrui o comunque il pensiero comune.
EliminaE' più facile raccontare di aver assistito a qualcosa di conosciuto dai più.
Grazie per aver lasciato il tuo interessante punto di vista, mi sa che hai colpito al cuore del problema.
Buona serata, a presto.