Ars est celare artem. Attribuito ad infinite fonti, il concetto esprime, a mio avviso, l'essenza dell'arte. Riprodurre celandola l'invenzione, e quindi risultando, ogni volta, invenzione. Ogni volta che lo stupore viene chiamato in causa.
In questo caso penso che le parole di Michetti siano più affini ad un "se posso fotografarlo perché dovrei dipingerlo?" (anche questa frase attribuita a più persone) perché dovremmo riprodurre quello che c'è già quando possiamo dare vita ad una visione "nuova"? L'arte che cela l'arte è, secondo me, un controsenso, è una frase che viene utilizzata da chi eccelle nella tecnica ma che non va oltre la "copia", la difficoltà di esprimere una visione (mi scuso della ripetizione) personale spesso porta a raccontare, o raccontarsi, che l'arte è celata. Naturalmente può essere valida nel caso di una creazione non immediatamente comprensibile ma comunque originale. Grazie dello spunto Franco, buona giornata.
Non rimanere legato all'iperrealismo però (l'eccellenza della copia), l'arte che cela l'artificio ti fa sbalordire nel comprendere di trovarti di fronte ad un manufatto. Vale anche per l'astrazione, per la montagna di stracci, per il mare ed il suo odore a riempire una sala espositiva. Come giustamente accenni a fine risposta.
Un paesaggio, un dipinto "astratto", un ritratto, fino alla "montagna di stracci", nulla di questo cerca di celare l'arte, l'aspetto artistico, se c'è, si palesa, se non è visibile (non necessariamente nell'immediato) non escludo che non ci sia, naturalmente è un mio punto di vista. Grazie.
Esatto Alberto, senza una visione personale ci troveremmo (come spesso accade) di fronte a tante riproduzioni, tutte uguali e, di conseguenza, artisticamente morte. Grazie, buona giornata.
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Ars est celare artem. Attribuito ad infinite fonti, il concetto esprime, a mio avviso, l'essenza dell'arte. Riprodurre celandola l'invenzione, e quindi risultando, ogni volta, invenzione.
RispondiEliminaOgni volta che lo stupore viene chiamato in causa.
In questo caso penso che le parole di Michetti siano più affini ad un "se posso fotografarlo perché dovrei dipingerlo?" (anche questa frase attribuita a più persone) perché dovremmo riprodurre quello che c'è già quando possiamo dare vita ad una visione "nuova"?
EliminaL'arte che cela l'arte è, secondo me, un controsenso, è una frase che viene utilizzata da chi eccelle nella tecnica ma che non va oltre la "copia", la difficoltà di esprimere una visione (mi scuso della ripetizione) personale spesso porta a raccontare, o raccontarsi, che l'arte è celata. Naturalmente può essere valida nel caso di una creazione non immediatamente comprensibile ma comunque originale.
Grazie dello spunto Franco, buona giornata.
Non rimanere legato all'iperrealismo però (l'eccellenza della copia), l'arte che cela l'artificio ti fa sbalordire nel comprendere di trovarti di fronte ad un manufatto. Vale anche per l'astrazione, per la montagna di stracci, per il mare ed il suo odore a riempire una sala espositiva. Come giustamente accenni a fine risposta.
EliminaUn paesaggio, un dipinto "astratto", un ritratto, fino alla "montagna di stracci", nulla di questo cerca di celare l'arte, l'aspetto artistico, se c'è, si palesa, se non è visibile (non necessariamente nell'immediato) non escludo che non ci sia, naturalmente è un mio punto di vista.
EliminaGrazie.
Effettivamente l'artista deve mettere la sua particolare visione, la sua idea, la sua anima, altrimenti sarebbe solo una fotocopia
RispondiEliminaEsatto Alberto, senza una visione personale ci troveremmo (come spesso accade) di fronte a tante riproduzioni, tutte uguali e, di conseguenza, artisticamente morte.
EliminaGrazie, buona giornata.