Domanda retorica, ciò che voglio raccontare non va alla ricerca di una risposta ma cerca di capire quale, e quanto, sia il disagio di molta gente.
Passeggiando
all’interno di un parco situato vicino alla costa romagnola ci si può imbattere
in piccole costruzioni rurali abbandonate, spesso si tratta di piccole case inutilizzate che testimoniano di un tempo più o meno lontano.
A
volte questi luoghi silenziosi, lontani, concettualmente (anche se a poche
centinaia di metri dalle spiagge affollate) dalle masse urlanti alla ricerca di
rumore, caos, sovraffollamenti, sono abbandonati a sé stessi, in balia di
personaggi alienati, in preda all’alcool, che deturpano e danneggiano panchine,
fontane, alberi al punto che il disfacimento è percepito ad un primo sguardo.
Non
è però il caso di questo parco, a pochi metri dalle spiagge di Cesenatico, dove
possiamo incontrare persone che corrono, passeggiano, accompagnano gli amici a
quattro zampe.
L’incontro
non è solo con esseri umani, ci imbattiamo in scoiattoli, uccelli, anatre, aironi, tartarughe,
un’oasi di pace a pochi passi dal caos più totale.
Prati
e alberi curati, panchine intonse, cestini regolarmente svuotati e zero
spazzatura per terra.
Ma
c’è sempre l’eccezione, una piccola costruzione in mattoni si inserisce perfettamente
in questo “quadro” naturale, seppure in disuso è dignitosamente curata, peccato
che i soliti scribacchini “urbani” abbiano messo la propria firma, scritte, che
loro pretendono di considerare arte, che danno all’insieme un palese senso di
degrado.
Nonostante
sia l’unico segnale in questa, triste, direzione, non passa inosservato,
davanti alla piccola costruzione c’è un laghetto dove nuotano numerose
tartarughe, il paesaggio è da fiaba ma quelle scritte ci riportano alla realtà,
realtà che ci riporta a sua volta ai luoghi rumorosi che abbiamo raccontato poco fa.
Secondo
alcuni imbrattare i muri è una forma di espressione legittima, peccato che
spesso, oltre all’inciviltà data della mancanza di rispetto per le cose altrui,
non ci sia alcuna espressività, chi scarabocchia sui muri non vuole dirci nulla di
particolarmente profondo, non sapendo “costruire” si limita a distruggere.
Questi writers spesso inopportuni e dalla discutibilissima qualità spesso imbrattano anche resti romani e altre pregevoli opere. Strano che avvenga anche in parchi come quello che descrivi, dove la tutela e l'attenzione sembrerebbero essere ben più garantite rispetto a strutture simili romane, ad esempio, dove lo scempio purtroppo non fa più notizia..
RispondiEliminaPurtroppo li possiamo trovare ovunque, anche in luoghi dove l'attenzione è massima. D'altro canto la maleducazione ha messo radici un po' ovunque e queste "opere" non si possono definire altrimenti.
EliminaManca il senso critico, la capacità di aspirare al bello (non importa quale sia la strada per arrivarci) manca una base culturale che tracci percorsi "alti", per comodità, per pigrizia si scelgono i percorsi più facili e spesso sono quelli che passano per le fognature (scendere è meno faticoso che salire).
Grazie Franco, buona giornata.
Più che arte o imbrattamento direi che è bisogno di lasciare una traccia di sé, che però esprime un disagio, mi pare. Certo in un contesto così mi sembra fuori luogo, in altri ambiti invece, e altre "opere" posso pure fermarmi a guardare con piacere
RispondiEliminaEsatto Alberto, disagio, non c'è un messaggio, c'è una condizione di "sofferenza" socio culturale, i graffiti, artisticamente datati, possono essere veicolo di pensieri "altri", il tempo ne ha riconosciuto il valore artistico e ci ha permesso di coglierne le sfumature. Davanti a semplici scritte senza senso cosa può emergere se non appunto il disagio?
EliminaIl contesto non è secondario anzi, è fondamentale perché il messaggio acquisti la forza necessaria per espandersi, ecco perché, secondo me, in luoghi come questo parco, anche un murales ben fatto (tecnicamente e concettualmente) faticherà a trovare il proprio spazio, figuriamoci capolavori come quello nella foto.
Grazie, buona serata.