Pioniera di una
tecnica che è diventata parte integrante dell’espressionismo americano, Helen
Frankenthaer dipinge su una tela non mesticata, questo permette ai colori di
muoversi liberamente al contatto con la tela stessa come l’inchiostro si spande
a contatto della carta assorbente o l’acquerello su un foglio di carta bagnato
abbondantemente.
I soggetti citati
nel titolo si possono intravedere o forse sono frutto dell’influenza del titolo
stesso che ci spinge a notare anche ciò che non c’è.
Sicuramente la
pittrice statunitense ha dipinto le montagne e il mare ma è proprio la libertà
del colore di andare dove vuole a portare l’opera da un’altra parte.
La tela non
trattata dunque si trasforma in un passaggio che permette ai colori di vivere
di vita propria seguendo strade ignote all’autrice, la Frankenthaler da inizio
ad un “racconto” ma non sa dove questo porterà.
Ad ingigantire l’effetto
“liberatorio” dei colori è il formato delle tele su cui l’artista riversa il
proprio pensiero, grandi supporti che acuiscono la sensazione di infinita
libertà espressiva.
Mi sono sempre piaciuti gli acquerelli che s'impossessano della tela, creano il visto e il possibile, mischiano sogno e tracimano superficie cambiando colore, disegno, architettura e scenario in piena autonomia. La mano ne delinea appena l'abbrivio, e loro creano arte "liberatoria".
RispondiEliminaQuesto in effetti è proprio il "senso" dell'acquerello, permettere al colore di viaggiare libero da ogni progetto, la Frankenthaler ottiene lo stesso risultato con i colori ad olio, un'idea che ha preso piede solo in seguito facendo dell'artista di New York una pioniera.
EliminaGrazie Franco, buona serata.