sabato 2 ottobre 2021

Il traguardo artistico, la meta agognata.

Inutile ribadire la celebre frase di Pablo Picasso sul saper dipingere come Raffaello e come un bambino, ma è da questo che dobbiamo partire per comprendere, o cercare di interpretare, la sequenza “picassiana” dei tori.

Realizzata tra il 1945 e il 46 questa “evoluzione” rappresenta la sintesi del concetto artistico di Picasso.

Alla prima apparizione in pubblico dell’ultimo segmento della serie il pubblico si è scatenato in un’infinita serie di giudizi: da chi pensava ad una rappresentazione di un “graffito” preistorico a chi collegava il disegno all’arte primitiva. Naturalmente la maggior parte degli astanti ha dato vita alla fiera delle banalità con il classico e disarmante “lo sapevo fare anch’io” (quelli che sanno già tutto sono sempre esistiti).

Per realizzare questi disegni serve la capacità di rappresentare il reale, conoscere l’anatomia del soggetto, avere le competenze tecniche del disegno, saper coglier l’essenza di ciò che si vede.

La percezione che possiamo avere davanti a questa sequenza varia a seconda di come affrontiamo i disegni, possiamo passare direttamente dal primo all’ultimo, saltando quelli intermedi o, invertendo il percorso, dal nucleo finale al soggetto reale, in entrambi i casi noteremmo immediatamente la differenza, in quanto a coglierne le sfumature …

Possiamo seguire il percorso seguendo quello fatto dal pittore scomponendo il toro fino ad apprezzarne (non necessariamente dobbiamo apprezzare, almeno possiamo comprendere) l’essenza o al contrario partire da quest’ultima per tornare alla realtà.

Questa “lezione” che il pittore di Malaga ci ha impartito ha valore ancora oggi, viviamo in un contesto dove tutti cerchiamo accanitamente il superfluo, amiamo la sovraesposizione, accumuliamo inutilità, di conseguenza copriamo, fino a soffocarla, la sostanza, siamo seppelliti da ogni tipo di orpello, siamo indirizzati dalla parte opposta, come se il nostro essere interiore sia troppo “pesante” da sopportare.

Una delle frasi che il pubblico di allora, e quello di oggi, non si è mai risparmiato è: “questo lo sa fare anche un bambino”, penso che queste parole siano il più grande complimento che si possa fare a Picasso, da piccolo sapeva dipingere come Raffaello, solo dopo tanti anni di lavoro e sacrificio finalmente è riuscito a dipingere come un bambino.














4 commenti:

  1. Per questo giustifico Picasso. Per arrivare alla sua pittura ne ha prima percorso tutte le strade possibili. Raffaello compreso.

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    1. Nulla è casuale, l'arte di Picasso è il risultato di una vita fatta di studio, sperimentazione e genialità.
      La ricerca della sintesi, del "cuore".
      Grazie Franco, buona giornata.

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  2. Ciao Romualdo!
    Posso dirti solo che comprendo abbastanza bene cosa intendi comunicare in questo post. O almeno credo di comprendere.
    Il percorso artistico ha un valore enorme che in tanti non conoscono.
    Non basta avere una dote per potersi definire artista. C'è bisogno di studi approfonditi, di un forte senso di curiosità, tanto esercizio ed infinito amore in ciò che si vuol fare.
    Questo lo comprendo proprio per gli studi che personalmente ho intrapreso e vale non solo per la pittura, la scultura e l'architettura ma anche per la musica, la scienza, la letteratura...
    Inoltre non saremo mai definitivamente artisti perché il percorso deve necessariamente continuare, conoscendo ed imparando cose nuove. Questo penso e credo.
    Grazie per aver esposto questa questione di grande importanza.
    Ti abbraccio forte e buona serata.

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    1. Ciao Pia, hai colto perfettamente il senso del mio pensiero, senza la continua ricerca, e il desiderio di andare oltre i canoni prestabiliti ci si può definire pittori (o scrittori, musicisti, architetti ecc. come hai giustamente sottolineato tu) di talento ma l'arte è tutt'altra cosa.
      "conoscendo ed imparando cose nuove", queste tue parole sono il fondamento dell'arte, senza la conoscenza, la curiosità e l'innovazione non c'è arte.
      Grazie a te, il tuo percorso, concettuale prima ancora che tecnico, va in quella direzione, mi fa piacere che ritieni questa questione molto importante, troppo spesso basta poco per autodefinirci artisti ma il poco non porta lontano.
      Contraccambio con immenso piacere l'abbraccio, buona serata.

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