Nell’attesa che dal 24 aprile, giorno dell’inaugurazione, una marea di fotografie racconteranno il punto di vista dalle rive del lago d’Iseo, e che rifletteranno l’aspetto puramente visivo (che si prospetta interessante) mi ha incuriosito la “costruzione” di un evento artistico che va oltre le canoniche “mostre”.
L’affascinante scenario naturale, che ospitò cinque anni fa la celebre “Floating Piers” di Christo, la fa ancora da padrone per la nuova idea d’arte che prenderà il via la sera del 24 aprile per chiudersi il 30 settembre.
Architettura, pittura, tecnologia “optical”, aggiunte al già citato paesaggio lacustre,
costituiscono l’ambizioso tentativo di aprire un nuovo percorso che permetta un
dialogo tra le arti e la natura.
Daniel Buren, pittore francese celebre per le tele “a
strisce” dove le strisce (rigorosamente di 8,7 cm) alternano il bianco ad altre
sfumature cromatiche, è l’invitato principale, due grandi dittici trovano posto
nella bellissima nuova sede espositiva “Mirad’Or”, una palafitta dalle linee affascinanti
che permetterà di assaporare l’arte in modo gratuito a chi solo lo desidera, da
vicino recandosi a Pisogne, dall’acqua a bordo di un’imbarcazione ma, è qui la
novità più interessante, anche dalla sponda opposta del lago.
Le opere di Buren, che mantengono la struttura concettuale
cara al pittore, sono di notevoli dimensioni e grazie all’inserimento del
fattore “luce” sono visibili a grandi distanze.
Cosa dobbiamo aspettarci da tutto questo?
Chi pensa di rivivere le sensazioni della “passerella” di
Christo è destinato a rimanere deluso, la visione delle opere è
fondamentalmente legata al concetto che si cela dietro le “strisce” di Buren,
non basta guardarle e assorbirne i colori, servirà sicuramente altro, e non
intendo conoscenze e informazioni particolari ma semplicemente la voglia di
abbandonare ogni pregiudizio e lasciare che le opere ci raccontino i loro più
reconditi segreti.
Se tutto questo sarà possibile … lo scopriremo presto.
Sono da sempre affascinato dai lavori del pittore
transalpino, non so cosa aspettarmi da questo connubio, sicuramente l’essenza
delle opere si paleserà, le acque del lago possono schermarla o al contrario
“rifletterla” all’infinito.
(nell’immagine le opere di Buren esposte alla GAMeC di
Bergamo lo scorso anno)
Come trapela anche dalle tue parole: meglio non aspettarsi nulla e vedere che impressione farà! 😃 Meglio non avere preconcetti, positivi o negativi che siano. Anche se è quasi impossibile riuscirci, salvo non sapere nulla e trovarsi improvvisamente davanti a qualcosa...
RispondiEliminaCiao Anna, creare troppe aspettative porta spesso a cocenti delusioni, come dici tu l'ideale sarebbe lasciarsi "assorbire" da ciò che vedermo, non è facile ma con un po' d'impegno...
EliminaGrazie, buona serata.
Penso che la location sia magica e esalti ancora di più il fascino della mostra allestita. Un peccato perderla. Indubbiamente si creeranno nuove sensazioni che solo individualmente noi possiamo trarre dentro la nostra percezione. Una gran bella sorpresa, come sempre grazie e un abbraccio forte ROMUALDO
RispondiEliminaCiao Nella, le "amministrazioni" sulle sponde del lago (in particolare il lato bresciano) stanno cercando di creare una sensibilità artistica che spesso si scontra con certa opinione pubblica che si mostra restia, se non addirittura contraria, all'idea.
EliminaLa strada tracciata da Christo ha comunque lasciato un segno incoraggiante, l'arrivo di Buren (seppur con una risonanza mediatica minore) è il naturale proseguimento, rispetto alla precedente installazione le opere del pittore francese necessitano di più "attenzione", se l'obbiettivo verrà centrato allora si sarà fatto quel passo avanti nella consapevolezza artistica generale.
Rimane la mia personale perplessità riguardo alla "presa" sulla popolazione locale, basti pensare che "Floating piers" è ritenuto un punto fermo nella storia dell'arte in tutto il mondo, sulle rive del lago questa percezione è meno evidente.
Un abbraccio a te, buona giornata.