Autore: Pierpaolo Vici
( Rimini, 1946 )
Titolo dell’opera: Taj Mahal (Una vertigine
dell’anima) - 2018
Tecnica: Olio e acrilico su tela
Ubicazione attuale: Opera di proprietà dell’autore
Come in
una proiezione caleidoscopica il tempio indiano Taj Mahal sembra vorticare
lentamente apparendo e scomparendo ad intervalli irregolari.
Una
visione, un miraggio da cogliere in un preciso istante, ne prima ne dopo,
l’attimo è fondamentale.
L’osservatore
che non si limita alla “superficie” ne viene attratto, il vortice di emozioni
annulla tutto ciò che sta intorno mettendo in luce l’essenziale.
Un
portale multidimensionale che apre l’accesso a mondi apparentemente
sconosciuti, ma il viaggio non è verso il dipinto, il viaggio è del dipinto
verso l’osservatore o per meglio dire, il viaggio di chi osserva è bidirezionale, va incontro all'opera ma di rimando verso se stesso: siamo di fronte ad uno specchio, uno specchio che riflette
la nostra anima.
L’opera
è un sublime e al contempo terribile percorso che può svelare ciò che abbiamo
inconsciamente accantonato, può scatenare i nostri demoni o liberare le nostre emozioni fino ad un’estasi interiore, uno specchio appunto che
illumina, anche solo per un istante, il nostro lato oscuro.
L’arte
è una proiezione, e quest’opera si proietta in più direzioni, come convogliare
la “spiritualità” è compito di chi osserva, comprenderne le sfumature (l'insieme di queste ultime è la struttura portante del dipinto) carpirne l’essenza, può essere facile o
difficilissimo, dipende dal contatto che vogliamo attivare, un dialogo che può
dare vita ad un incessante scambio di idee ed emozioni cosi come, nel caso non
riuscissimo a “conversare” con l’opera, potremmo trovarci davanti ad un muro.
L’arte
in questo caso ci parla, noi siamo in grado di capire?
A
correre in aiuto all’osservatore potrebbe intervenire la figura di spalle, l’anima
“femminile” (in quanto generatrice) è spogliata da ogni umana superficialità, alleggerita di ogni “bene”
superfluo sembra attendere immobile in attesa che qualcosa succeda, l’attimo
di cui sopra è raccontato con estrema precisione temporale, se siamo in grado
di comprendere ciò che ci viene svelato tutto avrà compimento altrimenti l‘attimo potrebbe non essere
più tale.
Rappresentazione
intima ed imperscrutabile sono i quattro
gabbiani in volo, simbolo che troviamo in altre opere di Vici, potremmo tentare
anche in questo caso un’interpretazione ma dovremmo scendere nella profondità spirituale
dell’artista ma si tratta di un’operazione azzardata se non impossibile.
le tue interpretazioni mio caro ci possono aiutare ad entrare nell'anima di questo artista, cercando di carpirne il sublime. Ma altrettanto difficoltoso è entrare dentro il dipinto con la nostra anima e con la nostra percezione. Un quadro altamente introspettivo, dove per me la cosa che più mi ha attratto sono il volo dei gabbiani, dove il significato è ancora più intenso e di difficle interpretazione. La libertà? la trovata ricerca dell'io che si libra nell'aria?la meta per arrivare alla realizzazione? Non so sono supposizioni che mi ispira questo delicato dipinto. Come sempre un grazie di cuore mio caro Romualdo
RispondiEliminaCiao Nella, la mia lettura è maturata nel tempo, ho avuto l’occasione di osservare quest’opera tempo fa maturando una visione che si è evoluta (o mutata) rivedendola.
EliminaLe sensazioni, le emozioni si accavallano, difficile, se non impossibile, arrivare ad una, anche solo parziale, costruzione. Una visione filosofica può aiutare a comprenderne il percorso ma resta compito di ognuno di noi elaborarne la “meta”.
Un traguardo soggettivo che in fondo altro non è che un’ulteriore immersione nella magia poetica di questo dipinto.
Ti ringrazio, interpretare un opera d’arte trasmette il punto di vista di chi ne da lettura, da qui si può proseguire o possiamo ripartire da un’altra “angolatura”, ciò che conta è che ogni pensiero costituisce un tassello che ci avvicina ad un concetto più elevato, tu hai aggiunto il tuo che ne amplia la comprensione.
Buna giornata a te, un abbraccio.