Autore: Auguste Rodin
Titolo
dell’opera: La Pensée – 1886 - 89
Tecnica: Scultura
in marmo
Dimensioni:
H. cm 74
Ubicazione attuale: Musée d’Orsay, Parigi.
Emblema scultoreo
della concezione “simbolista”, i contemporanei di Rodin sostenevano la tesi del
“pensiero che emerge dall’informe massa della materia”.
Opera che si può “leggere”
in modi differenti, molte infatti le interpretazioni che si possono dare legate
alla scultura in se che si fonde con la vita della modella e la relazione fra
quest’ultima e l’artista.
Camille Claudel,
sorella del noto poeta Paul, è la protagonista del momento artistico e affettivo
che Rodin trasforma in quest’opera, il legame tra i due è intenso ma molto
travagliato, i quasi venticinque anni di differenza creano non pochi problemi
tra il maturo e affermato scultore e la giovane e irrequieta ragazza.
La scultura prende
vita nei primi anni della relazione è dunque non ha nessun legame con la
malattia, il disturbo mentale, che la condurrà in manicomio nel 1913 e che non
lascerà fino alla morte nel 1943, ma se è vero che per comprendere meglio un’opera
si deve tener presente anche ciò che è successo dopo la Creazione” della stessa
è inevitabile prendere in considerazione anche questi fatti.
La mente che prende
il soppravvento sul corpo? L’idea che sia il pensiero, l’interiorità della
donna, l’interesse primario di Rodin verso la giovane relegando l’aspetto
fisico (pur con enorme importanza) in secondo piano?
Difficile trovare
un punto fermo nella lettura di questo capolavoro, possiamo comunque affidarci
a ciò che ricordò lo stesso scultore vent’anni dopo la realizzazione, sosteneva
infatti che l’opera era stata ideata per rappresentare “una testa così piena di
vita da rendere vitale la massa informe e inerte da cui emerge”.
Altre
interpretazioni avvicinano il lavoro dello scultore francese al pensiero “michelangiolesco”
che scavando nella materia, cercando nel profondo della “massa”, si riesce a
trovare il cuore dell’opera, “liberare l’idea dal blocco che la tiene imprigionata”.
Molto bello.
RispondiEliminaBeh, lo scultore ha ben spiegato il senso venti anni dopo e credo che l'accostamento al non finito di Michelangelo sia, anche se azzardato, piuttosto giusto.
Ti abbraccio, ciao Romualdo.
Ciao Pia, dici bene quando parli di azzardo, è un accostamento che può sembrare naturale ma penso che sia un po forzato, Michelangelo trovava la "vita" scavando nella materia, Rodin dava vita alla materia creando una "forma" in grado di risvegliare la massa inerte.
EliminaLe congetture sono infinite cosi come la possibilità di "lettura alternativa" ai canoni contemporanei (di Rodin e nostri).
La strada del'interpretazione è sempre più ampia.
Grazie, un abbraccio a te, buona domenica.
Ho hato d'impulso un significato diverso a questa opera ed ho continuato a contemplarla per diversi minuti. Dopo aver letto la spiegazione che ne dà l'autore e i fatti che hai raccontato, mi trovo di nuovo un significato ambivalente. Infatti il mio primo pensiero è stato quello di una figura che soffre poiché solo la testa emerge mentre il resto del corpo è imprigionato nella pietra. La testa chinata in avanti mi rafforza in questa impressione. Certo si può pensare con l'autore che la pietra prende vita man mano che si differenzia in una figura umana... ma leggere che in seguito la ragazza fu ricoverata in manicomio mi conferma che, già da tempo prima che accadesse, l'artista aveva intuito il suo disagio anche se della sua opera dà una spiegazione diversa e positiva. Posso sembrare presuntuosa, ma lo dico invece umilmente, basandomi sulla sensazione che mi ha trasmesso prima di leggere le notizie sull'opera. Un modo di guardare le opere che adotto sempre, immaginando che le emozioni che trasmettono sono l'istantanea di un momento destinata a durare a lungo nel tempo e magari si spera per sempre.
RispondiEliminaCiao carissimo, buona settimana!
Ciao Marina, non sembri assolutamente presuntuosa anzi, metti in discussione qualsiasi interpretazione e sei sempre pronta a cogliere ogni spunto interessante.
EliminaSpesso le prime sensazioni ci trasmettono l’essenza di ciò che guardiamo, con il passare del tempo un’attenta osservazione unita ad eventuali informazioni creano un insieme che inevitabilmente “contamina” il nostro pensiero.
E’ vero, la testa chinata richiama sia una nascita (o rinascita) sia uno stato di sofferente prigionia, le notizie che riportano della grave malattia (anche se successiva all’opera) della modella orientano le nostre interpretazioni, ma sappiamo che gli artisti in generale e i grandi, come nel caso di Rodin, in particolare, sapevano e sanno guardare “avanti”.
Trovo molto interessante il tuo approfondimento e sono d’accordo con te quando sottolinei che Rodin può avere anticipato, consciamente o no, il nefasto futuro della giovane donna.
Grazie, buona serata.