domenica 15 settembre 2024

La forza dello spirito

Caspar David Fiedrich – Monaco in riva al mare, 1808-10 - Olio su tela cm 110 x 171,5 - Alte Nationlgalerie, Berlino


Se Viandante sul mare di nebbia è l’opera simbolo dell’arte di Friedrich, Monaco in riva al mare è sicuramente quella che ha tracciato un percorso fondamentale per l’arte del pittore tedesco e per tutta quella che è venuta in seguito.

Il dipinto è la svolta pittorica, una pietra miliare della concezione moderna di arte.

Nessuno aveva mai osato mettere in scena l’essere insignificante dell’umanità di fronte all’infinito, l’uomo era da sempre rappresentato al centro del mondo, con quest’opera gli viene assegnata una parte marginale, alla pari di moltissimi altri “personaggi” che altro non sono che delle comparse.

Il dipinto è occupato per cinque sesti dal cielo cupo, plumbeo, il resto è composto da una striscia di mare nera e minacciosa ed un lembo di terra, più chiaro, dove è adagiata la minuscola figura del monaco, l’uomo appare insignificante di fronte al mare, il cielo addirittura lo sovrasta quasi annullandolo.

La forza sprigionata da questo dipinto è immensa, cosi come è grande il senso di smarrimento provato da chi si pone dinnanzi al quadro.

La grandezza della natura, del mondo al di fuori dell’uomo, per come percepisce sé stesso, i limiti, ogni parvenza di confine, sono annullati, questo ha portato alcuni storici a definire il quadro “una delle basi da cui parte l’astrattismo”.

Le fasce orizzontali, che costituiscono la struttura dell’opera, ci possono condurre ad un confronto con Mark Rothko, questo accostamento ci aiuta a comprendere l’intensità spirituale del pittore americano, spiritualità che trova la sua forza proprio nel raffronto con quella, ormai palese, delle opere di Friedrich.

 

domenica 8 settembre 2024

[Aforismi e arte] La creazione

Alberto Repetti - Una possibile scelta


"L’atto creativo è l’incontro fisico di due forze, una è la materia che posiamo su un foglio o una tela, l’altra è l’intenzione, l’azione, il gesto che lo strumento compie sul foglio o sulla tela.

Mettere e togliere, sia che lo si faccia con un pennello, con uno straccio o con un pezzo di carta, presuppone un percorso attraverso il quale il fine ultimo è quello di rappresentare.

Da una parte il risultato in termini di lettura del soggetto, dall’altra il racconto del suo sviluppo sulla superficie. Non è tanto il soggetto che l’autore dell’opera guarda e contempla, ma di ciò di cui si è privato e che si svolge come un racconto, quel momento è testimonianza di esserci stato, di presenza infinita sul foglio o sulla tela."

 (A. Repetti)