martedì 20 febbraio 2024

Questo lo sapevo fare anch'io!

Questo lo sapevo fare anch’io”, quante volte abbiamo dovuto ascoltare la frase simbolo di chi, pur non conoscendo nulla, è convinto di possedere la verità assoluta, il senso fondamentale dell’arte?

Purtroppo centinaia di volte, e non è finita, questa frase riecheggia ogni qualvolta si cerchi di approfondire l’arte contemporanea (ma vengono pronunciate anche davanti ad opere risalenti al primo novecento).

Un esempio può essere quello raffigurato nelle due immagini che accompagnano questo mio scritto, il soggetto è un cane, lo stile e la concezione sono differenti.

Nell’immagine sopra il cane è tratteggiato con una singola linea, niente di particolarmente complesso, servono una mano ferma e un po’ di … idee.

La seconda immagine è meno alla portata di tutti, per questo dipinto servono una tecnica di base, cosa che non appartiene a tutti, e una conoscenza del colore.

Nonostante la seconda opera sia più difficile da realizzare, necessita comunque di un'abilità senza la quale non è possibile darle "vita", ma anche questa non è sfuggita alla celeberrima esclamazione, davanti a questo quadro qualcuno, evidentemente più bravo degli altri (o perlomeno convinto di esserlo) non ha resistito, la frase fatidica, sinonimo di incompetenza e pressapochismo, ha preso il volo.

Se chi esclama queste "magiche" parole si fosse fermato a riflettere anche per pochi secondi sarebbe arrivato alla stessa conclusione? Basterebbe infatti pensare a cosa si cela dietro questi dipinti/disegni per capire che una semplice linea o una apparente accozzaglia di colori sono l’espressione di qualcosa di più grande, il primo cane è l’essenza di sé, il secondo esprime le proprie emozioni, il personale stato d’animo.

Se poi qualcuno si sente in grado di farlo benissimo, complimenti, ma si dovrà accontentare di ri-farlo e di conseguenza avrà realizzato qualcosa di vuoto, senz’anima.

Non è assolutamente vero che queste opere possono essere realizzate da chiunque, quello che emerge dai due “lavori” è molto più potente di quanto ci si possa immaginare, perché alla fine è proprio l'immaginazione che manca ... 

PS. Le due opere di cui abbiamo parlato sono rispettivamente di Pablo Picasso e di Edvard Munch, la storia artistica dei due pittori non necessita certo di essere ribadita, hanno dimostrato costantemente di poter fare ciò che volevano, questo rafforza il concetto contrario alla fatidica frase.


4 commenti:

  1. La risposta più che definitiva è:potevi farlo tu, allora.
    E invece l'ha fatto qualcun altro...
    E comunque spesso si parla di artisti che hanno ampiamente dimostrato di possedere tecnica e capacità artistica

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    1. Esatto Aberto, è quello che ho risposto ad un amico che, volendo fare lo spiritoso, ha esclamato la fatidica frase, alla mia risposta: "perché non l'hai fatto tu" si è difeso con uno "scherzavo", ma è l'unica risposta che possiamo dare, chi vuole capire ...
      Grazie carissimo, buona serata.

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  2. Millemila volte ho pronunciato il titolo del post e altre millemila volte lo farò. Certo non in presenza delle due opere che hai scelto scaltramente, carissimo Romualdo; per nulla abbordabili neanche da chi abbia pure un minimo di pratica artistico figurativa. Il Picasso e il Munch che presenti non rappresentano affatto l’elementarità di tanta presunta nuova arte. Non sono una “semplice linea” o una “accozzaglia di colori” come tenti di sdoganare ad esatta e sarcastica giustificazione di chi affonda dinanzi ad apparenze ingannatrici. Sono opere di carattere e genio.
    Sono invece infinite altre le opere che potrei rifare, o fare di sana pianta, tipo immortalare una colata di minestrone nel piatto o raccogliere i riccioli di polvere sotto il letto e laccarli ad imperitura memoria su una tela intonsa. Ma nonostante il potrei, non le faccio e non ne copio di simili, perché l’emozione mi appartiene e devo svilupparla secondo canoni di meraviglia tutta mia.
    Massimo rispetto, tuttavia, per chi esalta la propria, di meraviglia, lasciando spento lo stimolo dell’astante, fin quando ne giunga almeno uno a percepirne il lavoro, l’emozione, l’universalità e la gioia del proporsi stimolando quell’immaginazione che giustamente esalti.
    E concordo che basti anche quell'uno a fornire di anima un qualsiasi lavoro. ;)

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    1. Le opere di Picasso e Munch non sono state inserite a caso, l'idea di questo post è nata proprio da un commento ad un video che mostrava il cane del pittore norvegese dove appariva la fatidica frase, questo mi ha ricordato che le medesime parole le avevo lette sotto un articolo dedicato al "toro" stilizzato di Picasso.
      Se certa gente si esprime cosi davanti a tali capolavori immagino sia impossibile che stiano zitti davanti ad una tela bianca di Rauschenberg, uno "scarabocchio" di Twombly o al cospetto della "Banana" di Cattelan.
      "Millemila volte ho pronunciato il titolo del post e altre millemila volte lo farò", prendo questa tua frase come una provocazione e comunque contento tu ...😉
      Grazie Franco, buona giornata.

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