venerdì 5 maggio 2023

La fiera delle banalità. Nel tempo effimero dei social la moltiplicazione dell'ovvietà.

Nel 2019, a Miami all’interno di Art Basel, Maurizio Cattelan espone Comedian, l’opera consiste in una banana (vera) fissata alla parete con un pezzo di nastro adesivo grigio, l’interesse si è immediatamente “alzato”, al punto che un anonimo collezionista sborsa la ragguardevole cifra di 120 mila dollari per accaparrarsela, l’opera verrà poi donata dal misterioso filantropo al Guggenheim di New York.




Il geniale artista veneto ha al suo attivo moltissime opere che sono diventate icone rappresentative dell’arte contemporanea, Comedian è forse quella meno originale e, se non fosse per il titolo che ne ribalta il concetto, quella più banale.

Ma da un’opera che pecca di originalità non possono che nascere situazioni ancor meno uniche, banali appunto.

Sempre durante Art Basel del 2019 un artista, David Atuna, non si sa quanto spontaneamente, stacca la banana, la sbuccia e la mangia, nulla di eclatante ma è la giustificazione ad essere quantomeno interessante: “Amo il lavoro di Maurizio Cattelan e adoro questa installazione. È deliziosa”.

La frase di Atuna è sicuramente la cosa più sensata di tutta la messa in scena, resta il fatto che tutto questo è servito per dare all’opera una fama internazionale che va oltre ogni aspettativa.

Ma la fiera delle banalità era solo agli albori, a distanza di quattro anni a Seul, nelle sale del Leeum Museum of Art, all’interno di “WE”, personale dedicata a Cattelan, troviamo esposta la discussa opera. Uno studente coreano, in cerca del warholiano quarto d’ora di celebrità o tanto ignorante da non sapere che quello che stava facendo era già stato fatto, stacca la banana e la mangia, la giustificazione è puerile e tutt’altro che illuminata: “Ho saltato la colazione e avevo fame”.

Se davanti ad un gesto scontato, che è una patetica copia di qualcosa di già visto, aggiungiamo una frase che è una via di mezzo tra il ridicolo e lo squallido a quale risultato giungiamo?

Il risultato sono gli articoli che appaiono su tutte le testate online del mondo, naturalmente quelle del nostro paese non possono mancare là dove c’è il nulla da esaltare, infatti, a parte qualche sito artisticamente serio, è partita la celebrazione del “gesto di ribellione”, ribellione a cosa non è dato sapere.

L’opera di Cattelan Comedian (il titolo ne è la chiave di lettura) si era già proposto come una forma di ribellione al mercato dell’arte (anche se ne fa parte a tutti gli effetti) questa puerile sceneggiata non è altro che la spasmodica ricerca di “visualizzazioni” di qualcuno che, senza arte ne parte, non ha nulla da offrire, questo gesto potrebbe essere paragonato ad un “imbrattamento” di una tela famosa fatto per protesta verso il sistema, in questo caso non ci sono danni (Cattelan ha anticipato tutti quattro anni orsono dichiarando che per mantenere viva l’opera si devono sostituire periodicamente nastro e banana) e in fondo non c’è null’altro

4 commenti:

  1. La sostituzione periodica della banana lo immaginavo, meno quella del nastro.
    Tutto molto bananale comunque.

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    1. La banana va sostituita per ovvi motivi, il nastro, continuamente attaccato e staccato per il cambio della banana, perde la "presa" e col tempo diviene inutilizzabile. Penso che questa informazione sia la cosa più interessante dell'intera vicenda.
      Grazie Franco, buona giornata.

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  2. Una commedia, appunto, e nemmeno tanto brillante

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    1. Esatto Alberto, il titolo dice tutto (e forse è l'unico a farlo) lo studente coreano è la parte più "bassa" di una storia che alta non è mai stata.
      Grazie, buona serata.

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