sabato 19 febbraio 2022

Sogni e incubi, le due facce della stessa medaglia

Zdzislaw Beksiński non ha bisogno di presentazioni, l’artista polacco è uno dei più importanti artisti del secondo novecento (se non il maggiore) del proprio paese.




La sua pittura è lo specchio dei suoi incubi, o dei suoi sogni, riflette un immaginario terribile dove prevale una decadenza che va oltre il nostro mondo.

Un gravissimo incidente stradale nel 1971 lo costringe ad una lunghissima convalescenza, dopo tre settimane di coma, ciò che è successo in quei giorni viene proiettato nei suoi dipinti?

Persona timida e schiva ma dall’animo gentile e dalla piacevole presenza nelle conversazioni e da uno spiccato senso dell’umorismo, ha dato un’immagine di sé cupa e spaventosamente tenebrosa.

I dipinti più celebri, dove spicca l’assenza di un titolo, dove non c’è alcun commento dell’autore a ciò che crea, sono stati realizzati prima del fatidico biennio (1998-1999) anni in cui perde la moglie e dopo pochi mesi anche il figlio suicida, questi avvenimenti lo fanno cadere in una profonda depressione da cui non uscirà più.

Anche la morte nel 2005 è tragica, viene ucciso con 17 coltellate dal figlio del suo maggiordomo che lo accusa di avergli negato un prestito di 100 dollari.

Se prendessimo in considerazione questi fatti potremmo arrivare ad una conclusione affrettata, la sua arte prende spunto da sensazioni più o meno inconsce, la profondità dell’anima emerge con il suo volto tragico, ma la serenità che lo accompagna in quegli anni ci racconta qualcosa di più complesso, più elaborato.

Difficile se non impossibile dare un’interpretazione a “visioni” tanto estreme quanto intime e personali, la bellezza sembra non avere cittadinanza in questi quadri ma al contrario è proprio la bellezza, nella sua tragicità, ad essere la grande protagonista.

La bellezza, di fronte a queste opere, emerge prepotentemente  nella sua forma più elevata, non intendo quella bellezza esteriore, quell’immagine che accarezza l’occhio, che apre a sensazioni di superficie, la bellezza che traspare in questi dipinti è ipnotica, controversa, dolorosa.

Il confronto su questo tema è complesso, solo ad un’estrema profondità possiamo comunicare con le opere di Beksiński, il rischio però è elevato, scendendo in questo antro senza luce apparente possiamo trovare la bellezza ma possiamo anche perderci definitivamente.

Zdzislaw Beksiński ha raggiunto l’apice della fama tra gli anni settanta e ottanta del secolo scorso, molte opere sono presenti in collezioni private in giro per il mondo, una vasta collezione delle sue opere è visitabile al Museo Storico di Sanok, località polacca che ha dato i natali al pittore.











12 commenti:

  1. Mi è venuto in mente Moebius mentre vedevo i dipinti, e concordo con te sulla bellezza dolorosa, ma l'immagine che apre il post è invece davvero bellezza immaginifica allo stato puro!

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    1. Ciao Franco, l'immagine che apre il post è, per me, il capolavoro assoluto di Beksiński, mi fa piacere che hai colto il senso di bellezza nella sua essenza, è quasi impossibile motivare questa mia sensazione ma "sento" che è cosi.
      Grazie, buon fine settimana.

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  2. Non metto in discussione la bellezza di queste opere e il grande talento di quest’artista, però devo ammettere che non è il mio genere. Forse mi faccio troppo coinvolgere e quindi mentre ammiro la bellezza avverto un senso di angoscia e di dolore che mi spingono ad allontanare lo sguardo. Comunque ci tengo a dire che sono sensazioni e che non mi permetterei di fare critiche al pittore, io non sono assoli un’esperta. Buon pomeriggio, Romualdo.

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    1. Ciao Caterina, ammetto che ho avuto bisogno di tempo per apprezzare queste opere, ad un primo sguardo si può reagire in due modi, subire il fascino dell'horror (fine a sé stesso) o trovarle semplicemente brutte (cosa che non condivido mai).
      Solo in un secondo tempo, andando a fondo, si scoprono intuizioni, idee, sensazioni ed emozioni che vanno oltre l'apparenza, se riusciamo a spingerci più in là entriamo in un mondo infinito e sconosciuto.
      Naturalmente ognuno di noi ha un approccio differente alla pittura e al concetto che vuole esprimere, lo stesso vale per la concezione di bellezza, è soggettiva, il punto di vista ne stravolge il senso.
      Grazie, buona serata.

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  3. Quanto dolore si portava dentro per dipingere così?
    Alcuni dipinti rimandano a chi li osserva così tanta angoscia da non riuscire a sostenerne la vista a lungo.
    Grazie per il post.

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    1. Ciao Mariella, è complicato entrare nella "mente" di queste opere, le sensazioni estreme che proviamo davanti ai dipinti sono stranianti, non reggiamo lo sguardo a lungo per il timore (o terrore) di esserne imprigionati, al contempo ne siamo attratti contro ogni logica, ma queste opere scindono dalla logica, vanno dove non è immaginabile andare.
      Grazie a te, buona serata.

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  4. Impressionanti! Sia nel senso che possono mettere paura e far venire voglie di guardare altrove sia nel senso che possono rapire e allora ci avvolgono sensazioni davvero particolari che, per l'assenza di suggerimenti (titoli) si possono esplorare in modo estremamente personale. E non si può non notare che sono scenari disegnati e dipinti "magicamente" non solo nelle atmosfere ma anche come bravura tecnica.

    Ciao Romualdo! 🙂

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    1. Ciao Anna, spesso le opere sono accompagnate da un secondo titolo puramente indicativo, il primo è sempre "Untitled" (indicazione che difficilmente può aver dato l'autore) per questo motivo non ho voluto accompagnare le immagini con proprio titolo e di conseguenza lasciare, come voleva Beksiński, massima libertà interpretativa.
      La tecnica sembra eccelsa, da una riproduzione fotografica è difficile arrivare ad un giudizio, sono d'accordo con te quando parli di "magia", le atmosfere sono cupe e al tempo stesso "illuminate", ognuno di noi può prendere la strada che sente più sua.
      Grazie, buona domenica.

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  5. Atmosfere magiche, magiche e inquietanti, in effetti. Sembrano quasi fantasy.
    Possono piacere o meno però certo non si può dire che non sia bravo.

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    1. Ciao Alberto, anche tu hai colto la magia di opere che trasmettono emozioni contrastanti, le atmosfere cupe, aliene, giustamente menzioni il fantasy, aprono strade difficilmente percorribili.
      Le qualità artistiche sono evidenti, il gusto di ognuno di noi è legato ad una sfera personale ma è innegabile che questi dipinti non passano inosservati.
      Grazie, buona serata.

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  6. Buongiorno carissimo Romualdo.
    Credevo di averti già mandato il mio pensiero ma non importa, eccolo di nuovo. 😉

    Hai tirato fuori una chicca di artista complimenti.
    Mi ricordo di aver condiviso tempo fa alcuni suoi lavori sul web e non conoscevo nulla dell'autore. Poi ho scoperto cosa avesse realizzato e sono rimasta estasiata, ti spiego perché.
    Lui mi sembra che inizialmente realizzasse fotografie bellissime e particolari. Scelse in seguito di utilizzare materiale scultoreo e pitture. La cosa di gran pregio per me è il fatto che i suoi dipinti sono ancora più stupefacenti delle sue opere digitali. Come se il digitale che si sa quanto dia enormi, se non infinite, opportunità creative, fosse limitato rispetto alla sua capacità pittorica.
    Anche se in seguito molto cupe ed angoscianti sono arte pura per me.
    Peccato che abbia avuto una vita complicata e pure la sua fine... che tristezza, non lo meritava assolutamente.
    Grazie perché me lo hai fatto riscoprire (già ricordare il suo nome per me è un'impresa 😁) e ti abbraccio, ciao.

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    1. Scusami Pia ma da tempo non ricevo le notifiche dei commenti (e nemmeno le risposte ai miei commenti su altri blog) solo ora li vedo entrambi.
      Sei tu che hai tirato fuori la disamina perfetta completando la carriera di Beksiński (nome tutt'altro che semplice da pronunciare, sei in buona compagnia).
      Quello che hai scritto, riguardo al suo concetto artistico precedente, ci fa capire quale livello ha saputo raggiungere, "arte pura" appunto.
      Grazie per il consueto arricchimento, buona giornata.

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