Una domanda fondamentale che non trova (mai) una risposta definitiva.
A volte i “social” ci ripropongono notizie e relativi commenti del passato più o meno recente, in questo caso viaggiamo a ritroso nel tempo per un solo lustro e comprendiamo quanto lentamente scorre il tempo (culturalmente) non potevamo che aspettarci la contemporaneità di questa notizia.
Siamo nel 2016 e all’interno del
Museum of Modern Art di san Francisco va in scena quello che all’apparenza
sembra uno scherzo atto a mettere alla berlina la considerazione che il
pubblico “museale” ha dell’arte ma che invece tiene aperta la questione “arte
concettuale”.
Molti ricorderanno l’idea di due
giovani californiani che hanno semplicemente posato per terra un paio di
occhiali in corrispondenza della targhetta che indicava il tema artistico della
sala.
La reazione per molti è stata
sconvolgente (in modo negativo) mentre per altri è sembrata meno sorprendente e soprattutto meno
“stupida” di quanto la si volesse far passare.
I visitatori del museo davanti al
paio di occhiali si sono comportati come se fossero davanti ad un’opera d’arte,
alcuni con scetticismo, altri con curiosità, altri con entusiasmo.
I media di allora hanno commentato la
vicenda limitandosi a schernire il pubblico “incapace di capire cosa sia arte e
cosa non lo sia” ignorando quello che è, a tutt’oggi, il quesito fondamentale:
cosa è arte e cosa non lo è?
All’interno del Museum of Modern Art di San
Francisco i due giovani “creano” la scena per un semplice scherzo (posteranno
sui social la reazione dei visitatori).
Non so quanto sia “ricercata” questa
azione, probabilmente seguivano solo la moda della trappola in video per poi
deridere chi ci casca(cosa che hanno fatto in molti). A distanza di cinque anni (comunque troppo pochi per
avere un primo resoconto storico) si ribaltano le gerarchie, allora i ragazzi
erano i “furbi”, i visitatori del museo gli idioti, i media i “professoroni” che
deridono gli ingenui appassionati d’arte.
A distanza di tempo, secondo il mio
personale pensiero, i ragazzi ne escono senza infamia e senza lode, i media e
tutti quelli che hanno deriso chi si è lasciato coinvolgere hanno fatto la
solita figuraccia da “sapientoni” senza competenza alcuna, mentre i visitatori
hanno lasciato aperto un argomento che molti (quelli che “portano” i paraocchi)
vorrebbero chiudere.
Continuo a pensare che la reazione
del pubblico ci ha mostrato una visione dell’arte sempre più ampia e che
non ci si ferma, come spesso accade, ai concetti del IXX secolo, periodo che purtroppo resta basilare per i canoni odierni.
Dopo cinque anni l’idea, che potrebbe essere considerata geniale se solo fosse nata con questo obbiettivo, si è rivelata “illuminante”, ha svelato la sensibilità di certo pubblico capace di incuriosirsi davanti all’apparente banalità, il rischio di sembrare ingenui è un prezzo minimo da pagare se ci permette di guardare oltre.
Direi senz'altro un goliardata, bellissima e azzeccatissima dove la figura più bella, per me, l'hanno fatta gli ingenui.
RispondiEliminaChe ci vuole molto coraggio a mostrarsi ingenui.
Ciao Alberto, "la figura più bella [...] l'hanno fatta gli ingenui", tu riassumi perfettamente l'idea che l'ingenuità, là dove ci si lascia avvolgere dalla "meraviglia", sia sempre più importante per aprirci al futuro, al contrario la supponenza delle certezze va nella direzione opposta.
Eliminagrazie, buona giornata.
Io mi faccio sempre due sane risate, ma come capitato di recente alla Galleria d'Arte Moderna e Contemporanea a Roma, prima di staccare dal muro un estintore in caso di principio di incendio, mi informerei prima se trattasi di congegno di prevenzione o di opera d'arte.. ;)
RispondiEliminaCiao Franco, infatti non dobbiamo agire d'impulso ma prendere in considerazione che tutto ciò che vediamo potrebbe non essere quello che appare, informarsi prima significa mettere sul tavolo ogni possibilità e la conoscenza ci può indirizzare, sarà il nostro "sentire", completato dalle varie informazioni, a dare un responso anche se mai definitivo.
EliminaBuona giornata, grazie.
Mi sembra molto interessante.
RispondiEliminaPer molti anni ho considerato una "goliardata" anche il taglio della tela di Fontana, poi mi hanno spiegato la visione concettuale che c'era dietro.
Lui aveva consapevolezza di ciò, i ragazzi che hanno poggiato gli occhiali invece no, ma forse anche nel taglio della tela era insita una certa dose di provocazione, quindi, chissà, forse anche i ragazzi hanno fatto "arte", inconsapevolmente o meno. Non ho gli strumenti per giudicare.
Benvenuto J_D_La_Rue_67, più che per giudicare gli strumenti, che hai menzionato, servono per entrare in contatto con l'opera, ognuno utilizza le conoscenze in suo possesso, accrescendole ci facilita il compito.
EliminaMa penso che oltre al "sapere" (ognuno di noi ha comunque le sensibilità per approcciarsi all'arte) sia fondamentale sbarazzarsi di ogni pregiudizio e cercare di capire quello che spesso non comprendiamo e di conseguenza definiamo brutto.
Fontana era consapevole di ciò che faceva, e tu lo hai giustamente sottolineato, penso che sia stato uno dei più importanti artisti del secolo scorso, i ragazzi in questione no, infatti, per quanto mi riguarda, non vedo alcun merito da parte loro, io ho voluto sottolineare la disponibilità del pubblico, a costo di apparire ridicoli, ad aprirsi a nuove possibilità, abbandonare il giudizio sommario e immediato cercando di capire cosa ci sia oltre l'orizzonte visivo.
Grazie per aver partecipato alla discussione, buona serata.