Due automobili identiche
percorrono la stessa strada, a sinistra in una giornata soleggiata, a destra l’auto
si dirige verso un’imminente tempesta dove il cielo carico di nubi minacciose
si fonde con la polvere che si alza dalla strada.
Interceptor Surf Sequence è l’opera
dell’artista australiano Shaun Gladwell, che ci spinge ad un’introspezione per
mezzo di due fondamenti della vita quotidiana, il viaggio (reale o
metaforico) e la lentezza che si afferma come l’ideale contrario della frenesia
del XXI secolo.
Gladwell, videoartist,
fotografo e performer fonda il suo pensiero sulle tematiche della pittura, da
Turner e Friedrich fino a Nolan, i tre artisti, diversi fra loro per origini e
contesti temporali, convergono nell’idea dell’uomo messo di fronte alla natura.
L’auto, una replica della
celeberrima V8 guidata da Mad Max nel film Interceptor, viaggia verso l’orizzonte,
ad un certo punto una figura emerge dal veicolo e si erge al di sopra di esso
come un surfista che cavalca le onde.
Tutto si svolge con estrema
lentezza dandoci modo di riflettere su ciò che potrebbe, o non potrebbe
accadere.
La prima sequenza dura più a
lungo, la seconda viene “inghiottita” dalle nubi tempestose che vedono l’auto penetrarle
e, forse, superarle.
In entrambi i casi il pilota
emerge dall’auto per poi tornare all’interno, come una tartaruga che sporge dal
carapace, prende coscienza di ciò che la circonda per poi tornare alle origini.
Magnetico,introspettivo, con uno sguardo fisso allo schermo per capire dove ci può portare il tutto o il niente. Il dubbio se sia l'uomo a guidare la macchina o viceversa, la frequenti sparizioni accrescono il mistero, sparizioni volute o donate dalla natura che avvolge il cammino del personaggio. Un cammino che sembra accelerare in simbiosi verso la luce e nel contrario sembra sparire tra le tenebre , sicuro come aver trovato nel buio la fine del viaggio in strade diverse ma uguali.
RispondiEliminaDifficile distogliere lo sguardo, non troviamo un giusto finale , ma il solo dubbio se sono le tenebre a donarci poi il sole, o è il cammino luminoso a portarci verso il niente?
Stupendo Romualdo, come sempre grazie di cuore
Ciao Nella, stupendo la tua "visione", un'iterpretazione che va in profondità, cerca quello che forse non c'è, hai raccontato l'essenza del nostro vivere.
EliminaInteressante il concetto delle strade che, partendo da presupposti differenti, si scambiano l'illusione di un futuro aperto a qualsiasi scenario.
Grazie a te per aver dato un'ulteriore lettura di un'opera tutt'altro che immediata.
Buona serata, a presto.