sabato 2 marzo 2019

L'istante sospeso nel tempo, Antonello da Messina.


Autore:   Antonello da Messina (Antonio di Giovanni de Antonio)
(Messina, 1430 – Messina, 1479)

Titolo dell’opera: Pietà  (Cristo in pietà e un angelo) – 1476-78

Tecnica: Olio su tavola

Dimensioni: 74 cm x 51 cm

Ubicazione attuale:  Museo del Prado,Madrid






Opera realizzata negli ultimi anni di vita dell’artista che torna nella città natale dopo un lungo peregrinare tra le infinite "sfumature" artistiche della penisola italica.

Pietà è senza dubbio, con l’Annunciata di Palermo, l’apice di un percorso artistico che fa di Antonello da Messina il più importante pittore siciliano del suo tempo e uno dei più grandi nella storia dell’arte italiana.

Intensa e profondamente emozionante la scena, sospesa nel tempo, mostra l’istante prima della deposizione di Gesù nel sepolcro.

Nessuna scrittura racconta ciò che vediamo ma possiamo pensare che l’istantanea sia bloccata nel momento in cui gli amici e famigliari di Gesù, dopo averlo tolto dalla croce si accingono a seppellirlo.

Tutte le persone che solitamente vediamo nelle scene che rappresentano la deposizione svaniscono, rimane il corpo del Cristo morto sorretto da un angelo.

Il Salvatore è seduto, la bocca aperta, il volto stravolto dalla sofferenza e dalla fatica, il tutto ci da la sensazione che la morte non sia effettivamente sopraggiunta, tanto che dalla ferita al costato sgorga ancora del sangue.

L’incarnato però ci dice altro, il colorito di Gesù contrasta con quello dell’angelo ed è proprio quest’ultimo che irrompe prepotentemente nella scena.

Le copiose lacrime che solcano il viso angelico evidenziano le emozioni, tristezza, sgomento e rassegnazione che vengono emanate dalla bellezza naturale e candida dell’angelo.

Naturalmente è improbabile che l'angelo pianga la morte di Gesù, in quanto entità "divina" conosce l'epilogo che porta alla resurrezione, l'angelo stesso sembra sfinito dalle sofferenze del Cristo e si lascia andare ad un pianto liberatorio sapendo che finalmente la "notte" sta volgendo al termine e si annuncia un'alba luminosa. 

Non sfugge all’osservatore il gioco cromatico delle ali, autentica prova di talento assoluto.

Dietro i protagonisti del quadro si apre un paesaggio che sembra diviso idealmente dal muro cadente sulla destra, infatti proprio dietro alle due figure il terreno è brullo e cosparso di detriti e resti umani, anche i primi alberi sono spogli. La morte è sovrana assoluta.

In secondo piano fino allo sfondo la vita sembra riprendere o continuare, gli alberi dal verde intenso ci accompagnano fino al centro abitato che sembra godere di ottima salute.

Il paesaggio in lontananza richiama la resurrezione in risposta alla morte che sembra prendere il sopravvento nel breve termine ma che nel tempo cede inesorabilmente il passo ad una gioiosa rinascita.

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