Nel 2001 Enrico Ruggeri pubblica un doppio album live “La
vie en rouge”, si tratta di una raccolta dei suoi più grandi successi.
Il doppio album, interamente arrangiato in chiave
folk, è naturalmente registrato dal vivo, tutte le canzoni tranne una.
L’unica traccia “in studio” è quella che da il nome
all’intera raccolta “La vie en rouge” appunto.
Il pezzo riassume i ricordi d’infanzia dello stesso
cantante che mette in musica una ballata estremamente poetica che raggiunge ed
emoziona chi ha l’età per immergersi in questi ricordi facendoli propri.
Il ricordo, che il tempo rende più dolce e live, di un
periodo dove dal nulla o dal poco si estraevano sensazioni infinite.
Toccanti le descrizioni delle madri “tutte uguali nei
foulard e nei paltò” dove tutti si sentivano uguali o quantomeno affini, o “lo stadio inventato dentro al cortile”, dove un posto qualsiasi si poteva trasformare nel luogo magico e fantastico che ognuno desiderava.
Lasciarsi trasportare dalle parole e dalla melodia in
un passato addolcito dallo scorrere del tempo.
La vie en rouge
Lungo il viale così lontano
la mano piccola nella grande mano,
e chi dei due guidava l’altro io non so dirtelo.
C’era sempre un po’ di nebbia
nel parco giochi con la sabbia.
La gente in bianco e nero
e le madri tutte uguali nei foulard e nei paltò.
la mano piccola nella grande mano,
e chi dei due guidava l’altro io non so dirtelo.
C’era sempre un po’ di nebbia
nel parco giochi con la sabbia.
La gente in bianco e nero
e le madri tutte uguali nei foulard e nei paltò.
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Lo stadio inventato dentro al cortile
con una pallida lama di sole
e quella voce dalla finestra “E’ pronto in tavola”.
Il treno che andava incontro al mare
e le mie scarpe da riparare.
Le macchine a pedale,
tre canzoni, cento lire dentro ai bar.
E tacabanda.
con una pallida lama di sole
e quella voce dalla finestra “E’ pronto in tavola”.
Il treno che andava incontro al mare
e le mie scarpe da riparare.
Le macchine a pedale,
tre canzoni, cento lire dentro ai bar.
E tacabanda.
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Adesso dove siete finiti?
Dove vi siete smaterializzati?
I vostri libri e i vostri ritratti li tengo ancora qui.
E passo ancora per gli stessi posti
e riconosco dentro ai gesti
i bambini di una volta,
diventati tutti grandi tranne me,
insieme a me.
Tacabanda!
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Adesso dove siete finiti?
Dove vi siete smaterializzati?
I vostri libri e i vostri ritratti li tengo ancora qui.
E passo ancora per gli stessi posti
e riconosco dentro ai gesti
i bambini di una volta,
diventati tutti grandi tranne me,
insieme a me.
Tacabanda!
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
un grande artista!!!
RispondiEliminaCiao Marina, un autore che "crea" poesia con la semplicità della vita di tutti i giorni.
EliminaBuona serata.