
Il doppio album, interamente arrangiato in chiave
folk, è naturalmente registrato dal vivo, tutte le canzoni tranne una.
L’unica traccia “in studio” è quella che da il nome
all’intera raccolta “La vie en rouge” appunto.

Il ricordo, che il tempo rende più dolce e live, di un
periodo dove dal nulla o dal poco si estraevano sensazioni infinite.
Toccanti le descrizioni delle madri “tutte uguali nei
foulard e nei paltò” dove tutti si sentivano uguali o quantomeno affini, o “lo stadio inventato dentro al cortile”, dove un posto qualsiasi si poteva trasformare nel luogo magico e fantastico che ognuno desiderava.
Lasciarsi trasportare dalle parole e dalla melodia in
un passato addolcito dallo scorrere del tempo.
La vie en rouge
Lungo il viale così lontano
la mano piccola nella grande mano,
e chi dei due guidava l’altro io non so dirtelo.
C’era sempre un po’ di nebbia
nel parco giochi con la sabbia.
La gente in bianco e nero
e le madri tutte uguali nei foulard e nei paltò.
la mano piccola nella grande mano,
e chi dei due guidava l’altro io non so dirtelo.
C’era sempre un po’ di nebbia
nel parco giochi con la sabbia.
La gente in bianco e nero
e le madri tutte uguali nei foulard e nei paltò.
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Lo stadio inventato dentro al cortile
con una pallida lama di sole
e quella voce dalla finestra “E’ pronto in tavola”.
Il treno che andava incontro al mare
e le mie scarpe da riparare.
Le macchine a pedale,
tre canzoni, cento lire dentro ai bar.
E tacabanda.
con una pallida lama di sole
e quella voce dalla finestra “E’ pronto in tavola”.
Il treno che andava incontro al mare
e le mie scarpe da riparare.
Le macchine a pedale,
tre canzoni, cento lire dentro ai bar.
E tacabanda.
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Adesso dove siete finiti?
Dove vi siete smaterializzati?
I vostri libri e i vostri ritratti li tengo ancora qui.
E passo ancora per gli stessi posti
e riconosco dentro ai gesti
i bambini di una volta,
diventati tutti grandi tranne me,
insieme a me.
Tacabanda!
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
Adesso dove siete finiti?
Dove vi siete smaterializzati?
I vostri libri e i vostri ritratti li tengo ancora qui.
E passo ancora per gli stessi posti
e riconosco dentro ai gesti
i bambini di una volta,
diventati tutti grandi tranne me,
insieme a me.
Tacabanda!
Ma io sono ancora come allora,
vivo e sogno come allora;
come allora sono qui.
un grande artista!!!
RispondiEliminaCiao Marina, un autore che "crea" poesia con la semplicità della vita di tutti i giorni.
EliminaBuona serata.