Autore: Arnold
Böcklin
Titolo dell’opera: L’isola dei morti – 1880
Tecnica: Olio
su tela
Dimensioni: 111
cm x 115 cm
Ubicazione
attuale: Kunstmuseum,
Basilea.
Svizzero di nascita Böcklin,
si ispira per quest’opera al cimitero degli inglesi di Firenze, il luogo sacro
si trova vicino allo studio del pittore elvetico, nel cimitero stesso è sepolta
anche la figlia Maria, Böcklin perde otto dei quattordici figli e questo fatto
si ritrova in ogni opera.
Quello raffigurato è il
primo di cinque versioni del dipinto (a seguire le altre quattro).
L’artista ci mostra il
viaggio ultraterreno di un’anima, raffigurata avvolta da un mantello bianco in
piedi davanti ad una bara ricoperta da un drappo del medesimo colore.
La piccola imbarcazione
scivola lentamente sul mare calmo e senza confini, si avvicina silenziosamente
a un’isola misteriosa, dalle rive alte e impervie con un'unica via d’accesso.
I cipressi alti e scuri
rimandano alla tradizione dei camposanti, anche lo stile architettonico delle
costruzioni dell’isola fanno pensare ai cimiteri.
Il pittore svizzero
lavora in Italia ed è sostenuto da una profonda cultura umanistica, dipinge con
estrema cura e dettagliatamente un luogo immaginario, mescolando elementi
fortemente simbolici a riferimenti a paesaggi reali.Böcklin non ha mai espressamente riconosciuto il cimitero di Firenze come “modello” dell’opera, ma non lo ha mai neppure negato. Il dibattito è sempre acceso riguardo all’ispirazione dell’isolotto, alcuni sostengono che si tratti di Ponikonissi vicino Corfù,( un’isola con un boschetto di cipressi ed in mezzo una piccola cappella), per altri è Capri ed i suoi faraglioni, oppure il Castello Aragonese di Ischia.
Nessuna delle versioni è identica alle altre, sia per quanto riguarda la struttura dell’isola, per le condizioni ambientali e di luce e per la posizione della barca più o meno vicina al luogo dell’approdo, Della quarta versione è rimasta, purtroppo, solamente un fotografia in bianco e nero, la lastra di rame sulla quale era stata dipinta l’ennesima versione è stata distrutta a Berlino durante la seconda guerra mondiale.
Seconda versione 1880: olio su tavola, 74x122 cm. Mertopolitan Museum di New York |
Terza versione 1883: olio su tavola, 80x150 cm. Alte Nationalgallerie di Berlino |
Quarta versione 1984 (fotografia in bianco e nero, l'opera originale è andata perduta) olio su rame, 81x151 cm. |
Quinta versione 1886 olio su tavola, 80x150 cm. Museum der bildenden Künste di Lipsia. |
Eccomi con un'altra condivisione a tema!
RispondiEliminahttp://felinita.blogspot.it/2010/04/arnold-bocklin.html
Purtroppo la blogger di questo post è sempre più latitante, spero che prima o poi torni alla carica perchè scrive post splendidi, tra pittura, fotografia, cinema... Sono sicura che ti piacerà curiosare!
Ciao Anna, ti ringrazio per il consiglio, andrò presto a dare un'occhiata.
EliminaBuona giornata.
Caro Romualdo, tu lo sai che per me è sempre nuovo ciò che pubblichi. per questo ti ringrazio di vero cuore.
RispondiEliminaCiao e buona giornata amico.
Tomaso
Ciao Tomaso, ti ringrazio per le tue belle parole, è sempre un piacere anche per me trovare nuove opere, conoscere nuovi artisti, quante cose aspettano di essere scoperte.
EliminaTi auguro una felicissima giornata, a presto.
Bello Romualdo.
RispondiEliminaMi chiedevo però, perché farne tante versioni?
Forse rappresentava un qualcosa di molto importante per l'autore, chissà...
Grazie per le tue splendide novità.
Bacio. 😊
Ciao Pia, il pittore ha dipinto altre copie per accontentare clienti di un certo rango, Böcklin li ha accontentati ma ha fatto in modo che le copie, con evidenti differenze le une dalle altre, risultassero alla fine opere indipendenti tra loro.
EliminaInfatti più che parlare di cinque copie ci troviamo di fronte a cinque dipinti diversi, con lo stesso soggetto ma che "vivono" di una vita propria.
Con il trascorrere del tempo e affrontate diverse difficoltà, tutte le opere (tranne una perduta) fortunatamente sono esposte in vari musei, in giro per il mondo.
Grazie a te Pia, buona giornata.