domenica 20 luglio 2025

Il mito che oscura la realtà

Se chiedete cosa ha fatto Giotto da renderlo cosi famoso avrete, nella maggioranza dei casi, una risposta univoca, Giotto ha disegnato il cerchio perfetto!

Vasilij Kandinskij – Several circes, 1926 – Olio su tela 140,3 x 140,7 – Solomon Guggenheim, New York


Naturalmente un appassionato d’arte, per non scomodare chi l’arte la studia, virerebbe verso altre risposte, gli affreschi della Cappella degli Scrovegni a Padova, quelli realizzati ad Assisi o i crocifissi lignei che possiamo ammirare a Firenze, Rimini o ancora a Padova, più in generale la rivoluzione del pensiero artistico a cui da vita.

Ma lo storitelling alla fine vince sempre, la leggenda del famigerato cerchio emerge inesorabilmente, se facciamo qualche ricerca sul web ecco fiorire una marea infinita di siti che raccontano la vicenda, a parte qualche caso isolato nessuno premette che si tratti di una narrazione senza fondamento (sia che l’autore ne sia al corrente o meno).

Tutto parte dalle parole di Giorgio Vasari che nel celebre “Le vite de’ più eccellenti pittori, scvltori e architettori”, narra la vicenda del giovane pittore toscano che si trovò si fronte a sua santità.

Vasari cita papa Benedetto IX, ma Teofilatto III non era contemporaneo di Giotto, questo spinge a pensare che si tratti di un errore di stampa o dello stesso Vasari che inverte le cifre, più vicino all’artista fiorentino è Benedetto XI. Ma anche qui qualcosa non quadra, nel periodo in cui è ambientata la “storia” sul soglio pontificio siede Bonifacio VIII, è dunque quest’ultimo che chiama Giotto al proprio cospetto.

Fare affidamento sulle parole di Vasari quando racconta gli artisti suoi contemporanei non è scontato, se poi le sue ricostruzioni vanno indietro nel tempo di qualche secolo …

Cosa successe, o si dice sia successo, lo sappiamo benissimo, alla richiesta di una dimostrazione di cosa sapesse fare con il pennello, Giotto dipinse un cerchio assolutamente perfetto.

Alcune versioni ci dicono che la cosa entusiasmò il pontefice al punto di rimanere senza parole davanti a tale perfezione, altre raccontano del papa contrariato da quello che definì un affronto.

Solo questo è sufficiente per mettere in crisi la veridicità del racconto, d’altro canto nessuno, tra quelli che hanno studiato a fondo la storia dell’arte (salvo le solite naturali eccezioni) ha mai preso sul serio questa vicenda.

Perché allora per molti non ci sono dubbi sulla veridicità del celebre “Cerchio”?

La tanto celebrata AI, alla domanda: “dove è custodito il Cerchio di Giotto” risponde indicando una località, anche se non la stessa, Roma, Padova, Parigi.

Chiudo con una considerazione, Vasari ha scritto ciò basandosi su pochi documenti e spesso difficili da decifrare, oggi abbiamo accesso ad infinite informazioni, in entrambi i casi giungiamo alla stessa (errata) conclusione, siamo certi che lo sviluppo tecnologico sia sufficiente per ampliare la nostra conoscenza è la capacità critica di valutarne le sfumature?




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