lunedì 10 luglio 2023

L'ingresso dell'umano pensiero

 

La porta dell’inferno in  un’illustrazione di Gustave Doré  



«Per me si va ne la città dolente,

per me si va ne l'eterno dolore,

per me si va tra la perduta gente".

 

“Dante Alighieri – La Comedìa, canto III

4 commenti:

  1. "Per me si va", ma quella porta siamo noi, noi a costruirla, noi ad attraversarla, noi a restarci dentro, noi ad ammonire di non usare bombe a grappolo ma solo meno cruenti kalasnikov, carri armati, missili terra aria.
    Noi abbiamo costruito la porta e l'inferno che c'è dentro. Ma stiamo facendo di meglio. Lo tiriamo fuori quell'inferno, e pian piano non ci sarà porta da varcare, sarà inferno a portata di tutti, democraticamente. Ce fa un baffo Dante.

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    1. Penso che sia proprio questo che voleva dirci Dante, ho sempre pensato a questa porta non come la via d'accesso al mondo dei morti da quello dei vivi ma il passaggio da un mondo ideale a quello reale.
      Non ci sono molte differenze tra l'umanità di oggi e quella del trecento, forse l'unica eccezione sta nel fatto che mediamente allora gli uomini erano più ignoranti, oggi sono più stupidi.
      Grazie Franco, buona giornata.

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  2. interessante lettura della porta. L'inferno ce lo costruiamo da soli che siamo più bravi

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    1. Ce lo costruiamo cosi come qualcuno (pochi in verità) cerca di costruire il paradiso, la "Comedia" è lo specchio dell'umanità, fortunatamente non c'è solo l'inferno, anche se si tratta della "fetta" più grande.
      Grazie Alberto, buona serata.

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