Autore: Franz Marc
(Monaco, 1880 – Verdun, 1916)
Titolo dell’opera: Piccoli cavalli gialli, 1912
Tecnica: Olio su tela
Dimensioni: 66 cm x 104,5 cm
Ubicazione attuale: Staatsgallerie, Stoccarda
Tre cavalli
occupano la quasi totalità della tela, le tre sinuose figure sembrano
intrecciarsi quasi a creare un tutt’uno, lo spazio lasciato libero dagli animali
è però sufficiente per mostrarci un paesaggio collinare dove sullo sfondo,
oltre le due case appena abbozzate scorgiamo il blu del cielo.
I tre cavalli sembrano però staccarsi dal contesto paesaggistico, sono in primo piano mentre lo sfondo prende le sembianze di un pianeta lontano, questo rende tutto più aulico, raffinato, elevato (ecco che ritorna la spiritualità).
Nonostante la
rappresentazione equestre che si palesa al primo sguardo è il colore il tema
predominante del dipinto.
Il giallo che simboleggia
l’elemento "passivo" femminile, il rosso dei fianchi richiama la sensualità,
questi colori caldi si contrappongono al blu spirituale dello sfondo.
La teoria del
colore di Kandinskij in “Lo spirituale dell’arte”, che oltre alla grande
amicizia condivide con Marc la genesi del gruppo “Der blauer reiter” (il
cavaliere azzurro) pone il giallo proprio in contrapposizione col blu dove l’essenza
materiale del primo contrasta con la spiritualità del secondo.
La sensualità
femminile, l’essenza stessa della femminilità e dell'elevazione mistica, prendono
strade differenti ma fanno parte dello stesso impianto, l’unione delle due
espressioni raggiunge un equilibrio nelle criniere delle giumente.
Nulla è per caso,
il verde delle criniere nasce dalla fusione dell’emozione fisica con la visione trascendentale, dando vita ad un equilibrio più o meno stabile
simboleggiato dal verde, frutto della "mescolanza" tra il giallo e il blu.
I cavalli sono
sempre stati la passione di Marc, questi animali lo hanno accompagnato fino all’epilogo
della sua breve esistenza, arruolatosi volontario allo scoppio della prima
guerra mondiale nel 1916 viene esentato per meriti artistici, dagli
incartamenti militari l’ultimo giorno di servizio mentre svolge il proprio
compito di ricognitore a cavallo viene colpito da alcune schegge di granata, a
trentasei anni, muore sul colpo vicino al proprio cavallo, una figura che lo
aveva accompagnato nel suo breve, seppur intenso, percorso artistico.
Io sono rimasta affascinata dallo sguardo del cavallo più indietro e mi ha fatto immaginare un momento di ricognizione, come se fossero un gruppo di guerrieri che arrivati da lontano si stiano preparando alla vicina battaglia, gli altri due preoccupandosi della loro prestanza e lui lo stratega e il responsabile del gruppo, con lo sguardo verso il prossimo obiettivo ma la mente che vaga tra futuro, presente e passato.
RispondiEliminaVisione apparentemente lontana da femminilità e spiritualità... ma solo apparentemente! 😉
Ciao Romualdo, buona giornata.
Vedi Anna è questo il bello dell'arte, ognuno di noi parte da spunti emotivi differenti, io ho dato questa interpretazione partendo dal legame che univa Marc e Kandinskij e il loro concetto del colore come simbolo di qualcosa di più spirituale, con queste basi mi è più difficile vedere altro, tu però ne fai una lettura diversa e a questo punto la visione di altri ne viene influenzata, la trasformazione è perpetua.
EliminaBuona giornata a te.