Gian Lorenzo Bernini
realizza questa favolosa opera all’età di 23 anni (tra il 1621 e il 1622) il Ratto di Proserpina è un lavoro commissionato dal cardinale Scipione Borghese suo primo mecenate per il quale
aveva realizzato, qualche anno prima, il gruppo Enea e Anchise.
Ispirato al mito classico
di Ovidio nelle Metamorfosi, è legato al ciclo delle stagioni. (in passato
ho trattato il tema nella versione greca, Alla ricerca di Persefone).
Bernini racconta l’episodio
al suo apice, Plutone padroneggia la scena in modo brutale, afferra Proserpina
per la vita e la strappa al suo mondo.
Il viso della ninfa
trasmette, vividi, i sentimenti di disperazione e paura ed è solcato da calde
lacrime, cerca in ogni modo, anche se inutilmente, di sottrarsi alla violenza del dio che
le ha strappato le vesti, ai piedi della coppia osserva la scena Cerbero, il
cane-guardiano degli inferi.
L’abilità di Bernini nel
modellare la materia si unisce alla capacità di “creare” scene con una forte
componente teatrale, queste proprietà artistiche fuse tra loro permettono allo
scultore di realizzare un autentico capolavoro.
L’osservatore è
meravigliato e coinvolto emotivamente. I corpi dei protagonisti sono definiti
con maestria ed estremo realismo, tutt’altro che comune soprattutto nella
scultura.
La possente fisicità di
Plutone è evidenziata dal gesto naturale senza apparente fatica di sollevare la
giovane che fa il possibile per divincolarsi dalle braccia del rapitore.
Ma sono i particolari del
corpo di Proserpina che ci affascinano, il corpo in torsione, le
braccia sollevate nel tentativo di aggrapparsi ad un ultima speranza di
salvezza.
Voglio sottolineare un
ultimo particolare, la forti mani di Plutone afferrano i fianchi della ninfa, qui
si esprime l’incredibile talento dell’artista, le dita afferrano la giovane e la
materia si trasforma, non si tratta più di una scultura marmorea ma di due
corpi in carne ed ossa, come se la scena avvenisse sotto i nostri occhi.
Possiamo notare quanto
sia affinato lo studio dei corpi in movimento e quale sia la qualità nel dare
vita ai personaggi.
Opera famosissima e di rara bellezza! Il tuo commento, come sempre, apre nuovi ed ulteriori spiragli di interpretazione. Ho gradito tantissimo la scelta.
RispondiEliminaCiao Silvana, la mia interpretazione si avvicina a quella classica, è sicuramente influenzata dal racconto mitologico da cui è tratta ma come non rimanere estasiati davanti ad un'opera di questa levatura? Bernini ci fa capire cosa sia la scultura 8o qualcosa di più)soprattutto se pensiamo ai mezzi tecnici e alle conoscenze dell'epoca.
EliminaGrazie, sei sempre gentilissima nei miei confronti.
Ti auguro una buonissima serata.
Il materiale è pesante e la scena è disperata ma l'impatto visivo che m'ispira è quello di una danza leggera e piena di grazia! Se non è magia questa...
RispondiEliminaCiao Anna, dici benissimo, magia, nonostante la drammaticità della scena Bernini ci mette quel poco (o forse tanto) di teatralità che trasforma l'insieme, e qui torno a citarti, in una poetica danza. Tutto appare leggero come se si trattasse di un'interpretazione dal vivo.
EliminaGrazie per il pensiero, buona serata.
Ciao Romualdo,
RispondiEliminase non fosse che il viso della ninfa esprime disperazione e pianto, sembrerebbe di vedere una figura di danza fatto da esperti ballerini. Ossservando poi le dita di Plutone che entrano nella carne di Prosperina non si ha l'impressione di essere davanti ad una scultura,talmente appaiono reali.
Ti ringrazio ancora tanto perchè mi dai l'opportunità di"gustare" stupende opere d'arte.
Buona giornata, a presto. G.Piera
Ciao GianPiera, anche tu intravedi in questa "sequenza" una sorta di danza, l'eleganza dei protagonisti traspare nonostante la scena ci racconta di un atto violento. Devo dire che anche per me il particolare più incredibile e affascinante sono le possenti mani di Plutone che afferrano la ninfa, il marmo sembra trasformarsi ed il corpo di Prosperina sembra tornare a vivere.
EliminaGrazie a te che partecipi a queste discussioni condividendo il tuo pensiero che va ad arricchire quanto già scritto.
Buona serata.
Una opera meravigliosa ed è sorprendente che l'abbia eseguita a soli 23 anni
RispondiEliminaCiao Marina, infatti nonostante la giovane età il talento è smisurato, lo confermerà in seguito. Certi risultati normalmente si ottengono con l'esperienza, Bernini si conferma da subito uno dei più grandi artisti di sempre.
EliminaGrazie, buona serata.